L’uscita del Regno Unito dall’Unione europea, la cosiddetta Brexit, potrebbe causare “gravi danni regionali e globali”, ha avvertito il Fondo Monetario Internazionale. La Brexit interromperebbe relazioni commerciali consolidate e causerebbe “grandi sfide” sia per il Regno Unito che per il resto d’Europa.
L’Fmi ha detto che l’annuncio del referendum aveva già creato incertezza negli investitori e un voto favorevole all’uscita dall’Ue potrebbe solo aumentare l’incertezza e la volatilità dei mercati finanziari. L’Fmi ha anche rivisto al ribasso le sue previsioni di crescita del Regno Unito. Si attende una crescita dell’1,9% per quest’anno, rispetto alla stima del 2,2% fatta a gennaio.
L’eventuale uscita del Regno Unito dalla Ue “ostacolerebbe e ridurrebbe i mutui scambi e i flussi finanziari” e limiterebbe i benefici della cooperazione economica e dell’integrazione, come quelli derivanti dalle economie di scala.
Tuttavia, il Fondo ha detto che la domanda interna, sostenuta dai prezzi dell’energia più bassi e da un mercato immobiliare vivace, aiuterebbe a compensare l’impatto della Brexit.
Il primo ministro David Cameron, favorevole a rimanere nella Ue, ha twittato: “L’Fmi ha ragione – lasciare l’Ue maggiori rischi per l’economia del Regno Unito. Siamo più forti, più sicuri e migliori rimanendo nell’Unione europea”.
The IMF is right – leaving the EU would pose major risks for the UK economy. We are stronger, safer and better off in the European Union.
— David Cameron (@David_Cameron) 12 aprile 2016
“Vote leave”, la campagna del gruppo a favore dell’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, ha criticato le affermazioni del Fondo monetario dicendo le sue previsioni sul Regno Unito, e anche sugli altri paesi, si sono rivelate sempre sbagliate.
La Confederazione delle industrie britanniche aveva già avvertito che la Brexit sarebbe potuta costare 100 miliardi di sterline al paese e quasi un milione di posti di lavoro. Secondo l’agenzia di rating Moody invece, l’uscita dalla Ue non avrà un impatto economico notevole ed è improbabile che possa portare grandi perdite di posti di lavoro.
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