Brexit, corte scozzese boccia il ricorso contro la chiusura del parlamento
La corte scozzese di Edimburgo ha respinto la richiesta di ricorso contro la chiusura del parlamento voluta dal premier Boris Johnson. Il ricorso era stato presentato dalla deputata dello Scottish National Party, Joanna Cherry, e dalla leader dei Lib-Dem, Jo Swinson, iniseme a Jo Maugham del Good Law Project, ma il giudice della Corte suprema scozzese Lord Raymond Doherty questa mattina si è rifiutato di fermare la chiusura.
Il 28 agosto anche la regina Elisabetta II ha dato il via libera alla chiusura del parlamento, sigillando con un’approvazione “reale” il caso brexit. Non si tratta infatti di una semplice posticipazione dei lavori parlamentari. Le “ferie prolungate” servirebbero ad impedire il rinvio dell’approvazione della Brexit. La chiusura di 5 settimane del parlamento era trapelata durante il vertice del G7 a Biarritz. Il giornale della domenica The Observer aveva riferito di un’email da Downing Street, scritta negli ultimi 10 giorni, in cui si parlava di questa ipotesi e se ne esaminava la “legalità”.
Sul caso Brexit la corte scozzese sembra avallare la chiusura parlamento ma al momento lo stop non è definitivo. Sono stati infatti presentati anche altri ricorsi tuttora in attesa di risposta. Lo stop ai lavori della Camera dei Comuni è possibile con una misura nota come “proroga” e tecnicamente solo i tribunali possono fermarla. Se il piano andasse in porto, invece, l’attività del parlamento resterebbe bloccata fino al 17 ottobre, e questo slittamento renderebbe pressoché impossibile fermare in tempo la Brexit. Anche la decisione del tribunale scozzese però dovrà essere confermata in occasione di un’ulteriore audizione prevista per il 6 settembre.