Boris Johnson Brexit | Successione May | Uscita Ue
Boris Johnson Brexit – La partita a scacchi per la successione di Theresa May è ufficialmente aperta.
Dopo le dimissioni della premier britannica del 7 giugno scorso, Boris Johnson sembra essere il favorito per la successione della leadership dei Tories.
> La partita a scacchi per la successione di Theresa May (di M. Carta)
Il nodo Brexit | Video
Johnson ha lanciato la sua campagna per scendere in campo come capo politico dei conservatori, mettendo in primo piano l’importanza di perseguire l’uscita dall’Ue. Johnson ha precisato di non voler uscire dall’Unione europea senza un accordo, ma di ritenere “responsabile” prepararsi a una tale eventualità.
Come si vede nel video, Johnson ha dichiarato: “Ora è il momento di unire questo paese e unire questa società – ha detto l’ex ministro degli Esteri britannico – non possiamo iniziare questo compito fino a quando non avremo consegnato la richiesta primaria del popolo, la cosa principale che ci hanno chiesto di fare. Dopo tre anni e due scadenze mancate, dobbiamo uscire (dall’Ue) il 31 ottobre”, ha concluso Johnson, sottolineando che “rinvio significa sconfitta, rinvio significa Corbyn”, ossia la vittoria dei laburisti alle prossime elezioni.
Boris Johnson | Chi è
Nato negli Stati Uniti da una famiglia anglicana, Boris Johnson è l’ex ministro degli Esteri britannico. Populista e controverso, è però molto apprezzato dai membri del partito dei Tories per la sua dialettica ed è considerato l’unico in grado di arginare sia il Labour a sinistra che il Brexit Party a destra. “Solo io posso traghettare il Paese tra Scilla-Corbyn e Cariddi-Farage verso acque più calme”, ha dichiarato più volte.
Johnson è stato sindaco di Londra dal 2008 al 2016. Dal 13 luglio 2016 al 9 luglio 2018 ha ricoperto la carica di Segretario di Stato per gli Affari Esteri e del Commonwealth del Governo May.
Il 2016 è stato l’anno in cui Johnson ha deciso di dedicarsi alla campagna referendaria per far uscire il Regno Unito dall’Unione Europea: una mossa vista immediatamente come il trampolino di lancio ideale per sostituire David Cameron alla carica di primo ministro.
La vittoria del 23 giugno del fronte Brexit ha costretto Cameron ad annunciare le proprie dimissioni, ponendo Johnson in pole position nella campagna per la nuova leadership Tory e, quindi, del Governo nazionale.
Il 10 luglio 2018 aveva rassegnato le sue dimissioni come ministro degli Esteri, in polemica con i piani di Theresa May su una Brexit ‘soft’.
Boris Johnson è attualmente il favorito alla successione della leadership dei Tories e basa la propria forza sul sostegno della base del partito.
Boris Johnson Brexit | Il favorito
Se arrivasse al ballottaggio finale attraverso le votazioni dei parlamentari potrebbe sentirsi sicuro per via delle credenziali pro-Brexit. Alcuni hanno già indicato che lascerebbero il partito se lui dovesse diventare primo ministro.
Sarebbe, tuttavia, pericoloso per i Remainers impedire che qualsiasi Brexiteer arrivi al ballottaggio finale perché potrebbe creare una rivolta alla base del partito il non avere un Brexiter in finale.
Boris Johnson | Brexit | Processo per fake news
Johnson, nel corso della campagna elettorale pro Brexit aveva ripetutamente dichiarato che il Regno Unito mandava ogni settimana 350 milioni di sterline all’Unione europea e che quindi dopo la Brexit questi soldi sarebbe stati destinati alla sanità pubblica britannica. “Sapeva che questa cifra era falsa ma ciononostante ha scelto di ripeterla”, aveva spiegato l’avvocato Lewis Power presentando la denuncia al tribunale.
Il giudice di primo grado gli aveva dato ragione, rinviando Johnson a un’udienza preliminare per presunto abuso della fiducia pubblica con l’accusa di aver mentito sulla Brexit.
Ma Johnson non andrà a processo: l’Alta Corte di Londra ha accolto il ricorso dei suoi avvocati, annullando la decisione di una giudice di primo grado. A tentare di portare Johnson davanti alla sbarra era stato Marcus Ball, uomo d’affari di 29 anni, che grazie a un crowdfunding col quale ha raccolto 400mila sterline era riuscito a pagare il suo team legale.
Boris Johnson | Fratello
Se Boris Johnson ha fatto carriera grazie alla Brexit, di posizioni opposte è suo fratello minore. Jo Johnson ha definito la Brexit “un terribile errore” e si è dimesso nel novembre 2018.
Johnson junior – da sempre pro Remain – annuncia le dimissioni su Twitter. “Con grande dispiacere, mi sto dimettendo dal governo”. Ed espone le sue ragioni in un video e in un articolo in cui paventa il rischio di un accordo negoziale di uscita “incoerente” per il Regno Unito. Jo Johnson invoca apertamente quel referendum bis che la premier May continua a escludere
Boris Johnson | Figli | Moglie
Anche la vita privata di Boris Johnson è spesso finita sui giornali. Per esempio quando dopo 25 anni Johnson ha divorziato con la moglie: a settembre 2018 i media inglesi hanno riportato una nota congiunta di Johnson e della moglie Marina Wheeler annunciavano la fine del loro matrimonio.
Il motivo sarebbe una relazione extra-coniugale di lui, per la quale è stato anche cacciato di casa dalla moglie. Dopo questo episodio la figlia Lara lo ha definito “un bastardo egoista”.
Gli scandali amorosi di Johnson non sono certo una novità. L’ironia britannica è irrinunciabile su questa separazione, visto che nel frattempo l’intero Regno Unito è impegnato in una causa di divorzio con l’Unione europea.
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