Brexit, a che punto siamo e quali sono i prossimi passaggi
Si avvicina a grandi passi la fatidica data del 31 ottobre 2019 e intorno alla vicenda Brexit c’è più confusione che mai. Oggi pomeriggio, 21 ottobre 2019, lo speaker della Camera dei Comuni, l’ormai celebre John Bercow, ha respinto la mozione del governo di Boris Johnson per rimettere ai voti oggi l’accordo sulla Brexit, raggiunto dal premier con Bruxelles lo scorso 17 ottobre. Bercow sostiene che non è possibile riproporre una mozione nella stessa forma di sabato scorso, dopo che il 19 ottobre è stato approvato l’emendamento promosso dal dissidente Tory Oliver Letwin che vincola il voto sull’accordo Johnson all’approvazione del pacchetto di leggi attuative sulla Brexit. In sostanza, l’accordo negoziato tra Johnson e la Ue non può essere votato se non prima saranno approvate le leggi attuative sulla Brexit, le leggi attuative del Withdrawal Agreement.
Il voto di sabato è stata una importante sconfitta per il governo, che adesso è impegnato in una serrata corsa contro il tempo per far approvare entro questa settimana le leggi attuative, per poter votare il deal subito dopo. Se questo non avverrà, il rischio è un rinvio o un’uscita senza accordo, il cosiddetto scenario del no deal.
Brexit: a che punto siamo
Dopo il voto di sabato 19 ottobre, il governo britannico è stato “costretto” a chiedere un nuovo rinvio della Brexit al 31 gennaio 2020 con una lettera inviata all’Unione europea. Boris Johnson aveva ripetuto più volte di non avere alcuna intenzione di chiedere un rinvio della Brexit oltre il 31 ottobre, ma alla fine ha prevalso il Benn Act, la legge approvata a inizio settembre dal Parlamento britannico che obbliga il governo a chiedere un nuovo rinvio se non fosse stato approvato l’accordo su Brexit entro il 19 ottobre. Si trattava di un meccanismo per scongiurare un’uscita dalla Ue senza accordo.
Boris Johnson ha inviato a Bruxelles due lettere: una non firmata e una firmata, indirizzata al presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, in cui lo invita a non prendere in considerazione la nuova richiesta di rinvio. Johnson ha detto che un rinvio di Brexit sarebbe un errore.
Sulla richiesta di rinvio dovranno esprimersi i leader europei, che dovranno decidere in un vertice straordinario da tenere non oltre il 29 ottobre.
Brexit: quali sono i prossimi passaggi
In questa utile infografica della Bbc si mostrano i prossimi passaggi del parlamento britannico e tutte le opzioni aperte sul tavolo, dopo che Bercow ha impedito di votare l’accordo prima che vengano votate le leggi attuative del Withdrawal agreement:
Si dunque aprono due scenari, il primo nel caso in cui le cosiddette leggi attuative del Withdrawal Agreement, non vengano approvate e il secondo scenario in cui invece vengono approvate.
Se le leggi attuative del Withdrawal Agreement non vengono approvate, l’accordo di Johnson non può essere votato e la Ue si deve pronunciare a proposito del rinvio di Brexit. Se il consiglio europeo vota sì, allora la Brexit può essere rinviata, e a quel punto si possono tenere nuove elezioni, un nuovo referendum o la rinegoziazione dell’accordo. Nel caso in cui la Ue vota contro un rinvio, allora il Regno Unito esce il 31 ottobre senza accordo.
Se al contrario le leggi attuative del Withdrawal Agreement vengono approvate, si aprono due scenari, il primo secondo cui l’accordo Brexit passa senza ostacoli e senza emendamenti entro il 31 ottobre: a quel punto il Regno Unito lascia la Ue con l’accordo negoziato da Boris Johnson alcuni giorni fa. Il secondo scenario è quello secondo cui l’accordo viene votato dopo il 31 ottobre. In quel caso si avrà una uscita del Regno Unito dalla Ue con accordo, ma con un rinvio oltre il 31 ottobre.
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