Il terrorista norvegese Anders Behring Breivik ha parzialmente vinto la causa contro lo stato norvegese, in cui accusava il paese di abusi e trattamenti inumani in carcere. Lo ha deciso il tribunale distrettuale di Oslo, secondo il quale la Norvegia ha violato l’articolo 3 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, secondo cui “nessuno può essere sottoposto a tortura né a pene o trattamenti inumani o degradanti”.
L’uomo, che nel 2011 uccise 77 persone negli attacchi a Oslo e sull’isola di Utoya, aveva infatti definito le condizioni in cui si trova in carcere una vera e propria “tortura”.
“Il divieto di trattamenti inumani e degradanti rappresenta un valore fondamentale in una società democratica. Questo vale anche nel caso di terroristi e assassini”, ha detto il giudice Helen Andenaes Sekulic nella sentenza.
La sentenza ha aggiunto però che lo stato non ha mai violato il diritto di Breivik a una vita privata e vita familiare, e di conseguenza non è andato contro l’articolo 8, ma solo contro l’articolo 3, della Convenzione.
Nel 2012 era stato condannato a 21 anni di carcere. L’avvocato che difende Breivik, Oystein Storrvik, ha accusato il governo norvegese di aver violato le due clausole della Convenzione europea dei diritti dell’uomo.
Una delle clausole garantisce il diritto al rispetto della vita privata e familiare e della corrispondenza e l’altro vieta pene o trattamenti inumani o degradanti. Storrvik, ha detto che Breivik sarebbe molto stressato a causa del suo isolamento in carcere.
“Una delle principali cose da fare in carcere era quella di studiare, ma ora lui ha smesso. Credo sia un segno che l’isolamento abbia influito negativamente sulla sua salute psicologica”, ha detto. La corrispondenza di Breivik è stata vietata per impedirgli di creare una rete di estremisti.
Lo scorso settembre, Breivik aveva minacciato lo sciopero della fame per protestare contro il suo trattamento in carcere. La sua cella nella prigione di Skien, a qualche decina di chilometri da Oslo, ha una tv e un computer ma non ha accesso a internet.
In una lettera ai media norvegesi e svedesi aveva dichiarato di essere tenuto in isolamento quasi totale, potendo trascorrere solo un’ora al giorno fuori dalla cella. Inoltre, secondo lui, la sua cella sarebbe poco decorata e senza una bella vista, il caffè servito troppo freddo, il burro per il pane troppo poco e non gli sarebbe permesso l’uso della crema idratante.
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