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    Dalle bande che terrorizzavano Bogotà al turismo sociale: la storia di Breaking Borders

    Di Simone Ferrari
    Pubblicato il 4 Mag. 2020 alle 21:43 Aggiornato il 5 Mag. 2020 alle 18:00

    Dalle bande che terrorizzavano Bogotà al turismo sociale: la storia di Breaking Borders

    Breaking Borders, o Rompiendo Fronteras, è una straordinaria iniziativa di ricostruzione sociale che parte dal basso. Una visita turistica organizzata da ex-membri di una banda armata che hanno scelto di darsi una nuova possibilità per migliorare le condizioni di vita di tutta la comunità della Calle 10, Barrio Egipto Alto, Bogotá.

    Il progetto, nato nel 2016, attira quotidianamente decine di turisti in transito nella capitale colombiana, interessati a conoscere un luogo in apparenza inaccessibile, pieno d’arte urbana e di memoria viva. Lo scoppio della pandemia ha causato l’interruzione improvvisa dei viaggi di piacere: una situazione che rischia di vanificare quattro anni di sforzi per la liberazione dalla miseria e dalla violenza che hanno segnato per decenni la vita della comunità di Egipto Alto.

    Facciamo un passo indietro. La storia di Breaking Borders porta con sé tutte le grandi contraddizioni delle periferie bogotane, enormi zone d’ombra sommerse nell’imponente cordigliera andina. Incastrati tra vecchie violenze e nuove speranze, divorati dalle enormi disparità sociali, gli abitanti dei quartieri marginali di Bogotà non hanno alcuna forma di accesso ai centri produttivi della città.

    É il caso del barrio Egipto Alto, barrio de invasión (favela) situato a pochi, ripidissimi isolati dalla centralissima Plaza Bolivar. Il quartiere si arrampica verticalmente sulla dorsale del Monserrate, la montagna di oltre 3000 metri d’altezza in cui ammassano le case dissestate delle periferie orientali di Bogotá. Dagli anni Settanta del secolo scorso Egipto Alto si è popolato di profughi interni: colombiani in fuga dalle regioni in cui il conflitto armato tra Governo colombiano, paramilitari e FARC si è manifestato con più ferocia.

    Il quartiere è poco accessibile e si sviluppa in un contesto di marginalizzazione sociale: servizi basici come luce, acqua e sanità sono privilegio di pochi. Tante famiglie iniziano così a guadagnarsi da vivere attraverso la compravendita di droga e i furti ai turisti. Il territorio si trasforma in una zona di tolleranza: spacciatori e consumatori di crack riempiono quotidianamente le strade sterrate del quartiere, nascosti dagli occhi indiscreti del centro turistico. Le attività illecite portano alla conformazione di bande armate, composte quasi interamente da ragazzi minorenni. I gruppi di giovanissimi si scontrano per il controllo del narcotraffico nel territorio, dando inizio a un conflitto armato (1990-2002) che lascia in eredità il tragico bilancio di 1200 morti, di cui la quasi totalità bambini e adolescenti. Una cifra impressionante se comparata alle poche migliaia di persone che abitano il quartiere.

    Murale in onore di Beto, ucciso a 12 anni su un campo di calcio

    I ragazzi che non muoiono assassinati finiscono in carcere. Due di essi, Andrés e Jaime, quando ritrovano la libertà decidono di intraprendere un progetto che sradichi dal quartiere gli stigmi della violenza, della pericolosità e della miseria. É il 2016 quando nasce Breaking Borders: una visita guidata per turisti che mira a frantumare le barriere immaginarie che rinchiudono le periferie di Bogotá. Un tour di due ore in cui si ripercorrono le memorie di violenza e gli orizzonti di rinascita del quartiere a partire da testimonianze dirette di chi ha vissuto il conflitto in prima persona. Ai racconti degli abitanti si accompagna il prezioso contributo di decine di murales che raffigurano i personaggi più rappresentativi nei progetti di rinascita di Egipto Alto, ricordano i giovani scomparsi e disegnano i sogni e le ambizioni del quartiere.

    Mural “Milano x Egipto”. L’apporto dei turisti italiani al progetto è stato tra i più significativi in termini assoluti. Il rapper Tedua, nel 2016, è stato il primo artista a finanziare l’iniziativa

    Andrés e Jaime hanno dato una nuova possibilità a tutta la comunità, che si sta lasciando alle spalle gli anni della violenza e del narcotraffico. Oggi i due vengono invitati nelle carceri, nelle università e negli spazi di riabilitazione per raccontare e diffondere la loro esperienza di rinascita. Le famiglie direttamente vincolate al progetto sono alcune decine. Molte di più sono quelle che riescono a sopravvivere grazie alle condizioni di sicurezza che Breaking Borders ha portato nel quartiere, finalmente accessibile sia ai turisti stranieri che ai cittadini di Bogotá. Tanti i ragazzi che hanno scelto di abbandonare la delinquenza per percorrere la strada lavorativa della guida turistica. Un’opportunità lavorativa costruita autonomamente da Andrés e Jaime, che in questi mesi difficili temono di vedere vanificati i loro sforzi. Centinaia di residenti della comunità stanno vivendo in condizioni di miseria assoluta.

    Alcuni membri del progetto Breaking Borders tengono una lezione sulla loro esperienza di rinascita sociale. Corso dottorale in Problemas Sociales y Humanos, Università Javeriana (Bogotá)

    Per questa ragione, i due leader di Breaking Borders chiedono a tutti coloro che li hanno conosciuti di diffondere un grido d’aiuto. La necessità più urgente è quella di coprire le spese primarie di circa 200 famiglie: cibo, bollette, salute, spese per i bambini. Per chi volesse contribuire, questo è il link per le donazioni.

    Collaboro con loro da quattro anni. Li ho aiutati con la creazione della raccolta fondi poiché loro non hanno dimestichezza con i mezzi informatici. La cifra delle donazioni è pubblica e ogni singolo euro donato finirà nelle mani di Andrés e Jaime, che si occuperanno di ridistribuirla in maniera uguale nella comunità.

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