Il nuovo governo brasiliano presieduto da Michel Temer ha annunciato un piano di riforme economiche per tentare di ridare slancio all’economia brasiliana colpita dalla crisi senza aumentare la spesa pubblica.
Temer ha annunciato un piano di privatizzazioni: dalla vendita di quattro aeroporti e di due porti a un serie di progetti, come la costruzione di nuovi edifici e strade fino alla realizzazione di nuove miniere da affidare a imprese private.
“Lo stato non può fare tutto da solo”, ha detto il presidente durante la presentazione delle riforme.
Michel Temer ha assunto ufficialmente la carica due settimane fa, dopo il voto di impeachment ai danni di Dilma Rousseff, ma ricopriva il ruolo di presidente ad interim già da maggio.
Le privatizzazioni annunciate sono la prima fase di un piano di riforme all’interno del progetto “Crescer” (crescita) annunciato dal presidente con l’obiettivo di aumentare la crescita e l’occupazione attraverso una politica più orientata verso il mercato e gli investimenti per contrastare una delle peggiori recessioni degli ultimi ottanta anni senza intaccare le casse dello stato, già gravate dagli interessi da pagare sull’alto debito pubblico.
L’economia del Brasile nel 2015 si è contratta del 3.8% e secondo le previsioni dell’Organizzazione per la cooperazione economica e lo sviluppo dovrebbe subire una nuova riduzione del 4.3%.
Temer ha anche annunciato l’intenzione di riformare il sistema pensionistico e del lavoro e di aprire maggiormente la nazione agli investimenti e alle aziende private straniere.
Ad esempio, approverà una legge che permette alla compagnia petrolifera statale Petrobras di avere al massimo il 30 per cento di partecipazione nei nuovi giacimenti scoperti. I contratti saranno scritti in inglese e in portoghese per favorire gli investimenti delle aziende straniere.
Tuttavia, dopo gli ultimi 13 anni di governo del Partito dei lavoratori, che ha ridotto le disuguaglianze nel paese attraverso una maggiore spesa pubblica, sono in molti i brasiliani a vedere con preoccupazione le politiche di Temer, che non è riuscito a ottenere nei tre mesi di presidenza ad interim la fiducia della maggioranza della popolazione, complici anche alcune delle scelte sbagliate nella scelta della squadra di governo, con ministri accusati in passato di corruzione e di connivenza con le lobby.
Nei giorni successivi alla destituzione di Dilma Rousseff i sostenitori dell’ex-presidente sono scesi in strada e si sono verificati numerosi scontri con la polizia nelle principali città del Brasile.
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