Il senato brasiliano ha votato a favore della messa in stato di accusa di Dilma Rousseff, accusata di aver manipolato i conti pubblici, con 52 voti a favore e 22 contrari.
La camera bassa aveva già votato a favore dell’impeachment lo scorso 17 aprile, con 367 voti a favore, 137 contro, 7 astensioni e 2 assenti.
Quando la decisione verrà notificata ufficialmente, la prima presidente donna del Brasile sarà sospesa, mettendo fine a 13 anni di governo del Partito dei lavoratori, formazione di sinistra. Il vicepresidente Michel Temer sarà presidente ad interim per la durata del processo.
L’ultima mossa disperata della Rousseff era stata quella di fare appello alla Corte suprema per fermare il procedimento, ma il ricorso è stata respinto.
Intanto le proteste e gli scontri tra i sostenitori e gli oppositori della presidente brasiliana vanno avanti senza sosta in tutte le città del paese sudamericano. Coloro che sono contro il processo di impeachment sostengono che equivale a un colpo di stato, nato “dall’odio e dalla vendetta”.
Il Brasile sta soffrendo la sua peggiore recessione in dieci anni, con un tasso di disoccupazione che ha raggiunto il 9 per cento nel 2015 e l’inflazione al suo picco più alto in dodici anni.
Ecco quali sono i passaggi già avvenuti e gli scenari futuri che attendono Dilma Rousseff: