Sale a 65 morti il bilancio delle vittime del crollo della diga di Brumadinho, in Brasile. I dispersi invece sono ancora 297 e le speranze di trovare altre persone vive diminuisce di ora in ora.
Il bacino era di proprietà del gigante minerario Vale. Il cedimento di una diga nello Stato di Minais Gerais, nel sud-est del Brasile, avrebbe provocato una valanga di fango inarrestabile.
Le case e le infrastrutture dell’area sono distrutte, lo riferisce il quotidiano del Minas Gerais O Tempo.
Le ricerche dei lavoratori intrappolati erano state interrotte a causa del possibile crollo di una seconda diga presente nella stessa area, ma sono riprese poco dopo.
La tragedia è avvenuta nel pomeriggio del 25 gennaio, quando la diga è crollata provocando una valanga di fango che ha sommerso gli edifici della società.
“Sfortunatamente a questo punto le possibilità di trovare sopravvissuti sono minime” ha detto Romeu Zema, il governatore di Minas Gerais, e ha continuato: “Probabilmente troveremo soltanto i corpi delle vittime”.
“Faremo tutto il possibile per assistere le vittime, contenere i danni, accertare i fatti, garantire la giustizia e prevenire nuove tragedie come quelle di Mariana e Brumadinho, per il bene dei brasiliani e dell’ambiente” ha commentato il presidente del Brasile, Jair Bolsonaro dopo aver sorvolato in elicottero il luogo del disastro.
Bolsonaro ha detto che verrà utilizzata la tecnologia israeliana per le ricerche dei dispersi, mentre l’unità dei soccorsi afferma che “difficilmente sarà possibile trovare le altre persone”.
Si tratta della prima grande emergenza che deve affrontare il nuovo presidente nazionalista Jair Bolsonaro.
Tre anni fa il crollo di un’altra diga aveva colpito la città di Mariana, nella stessa regione, causando 19 vittime.
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