Brasile, birra contaminata da glicole dietilenico: 4 morti. Stop alla vendita
Il glicole dietilenico è una sostanza organica (e tossica) che si utilizza come solvente in diversi ambiti: di certo, ciò che non ci si aspetta è di trovarlo nella birra, al contrario di quanto sta succedendo in Brasile. Nelle ultime settimane, infatti, ci sono stati ben 22 casi di avvelenamento e soprattutto quattro morti a causa di alcuni lotti di birra a marchio Backer, risultata contaminata.
A renderlo noto è il Food Safety News, che ha spiegato che le autorità hanno identificato il glicole dietilenico in 32 lotti di dieci diverse birre Backer: Belorizontina, Capixaba, Capitão Senra, Pele Vermelha, Fargo 46, Backer Pilsen, Brown, Backer D2, Corleone e Backer Trigo.
Secondo i test eseguiti dal ministero dell’Agricoltura del Brasile, è l’acqua utilizzata per la produzione della birra a essere stata contaminata. Non solo dal glicole dietilenico, ma anche – in alcuni casi – da glicole etilenico, che è invece una sostanza che si utilizza come antigelo negli impianti di raffreddamento.
La birra messe sotto la lente di ingrandimento delle autorità è stata prodotta tra la metà di novembre 2019 e l’inizio di dicembre. Per questo motivo, in via precauzionale, è stato deciso di interrompere la vendita in tutto il Brasile delle birre Backer con scadenza da agosto 2020 in poi. Per permettere le indagini e soprattutto per depurare gli impianti da qualsiasi sostanza contaminante, è stata anche disposta la chiusura dello stabilimento di produzione della birra.
Per l’azienda Backer si profilano così settimane molto difficili. Sia per il danno di immagine legato alla questione, sia soprattutto per il danno economico legato allo stop della produzione di birra e al fisiologico calo delle vendite: basti pensare che le autorità sanitarie brasiliane hanno raccomandato ai cittadini di non consumare il prodotto.