Un aereo militare italiano è arrivato all’aeroporto internazionale brasiliano di Guarulhos, vicino alla città di San Paolo, per riportare in Italia Cesare Battisti, il terrorista condannato a quattro ergastoli e contro cui la Corte suprema brasiliana ha emanato un mandato di cattura.
Il presidente del Brasile, Michel Temer, ha infatti deciso di accogliere le richieste del governo italiano e ne ha concesso l’estradizione.
Da giorni però Cesare Battisti è latitante, e a Cananeia, dove risiede abitualmente, non lo vedono dal 28 ottobre, dal giorno in cui Bolsonaro ha vinto le elezioni presidenziali.
L’attuale presidente giù in campagna elettorale aveva promesso di estradare il terrorista italiano.
“Sto messaggiando in queste ore con il presidente brasiliano Jair Bolsonaro e per questo mi dicono estremista e fascista. Avremo mille difetti io e Bolsonaro, ma se nelle prossime ore mi arrivasse un invito ad andare e prendere un aereo per riportare in Italia un terrorista e un delinquente, che ha morti e morti sulla coscienza e che non dove starsene in spiaggia in Brasile ma in galera in Italia, io lo prendo al volo”, ha detto il ministro dell’Interno e vicepremier Matteo Salvini il 16 dicembre 2018. “Se devo rieducare uno con due ergastoli lo faccio in galera” ha aggiunto.
Intervistati dal giornale locale O Globo, i vicini di Battisti hanno raccontato di averlo visto l’ultima volta il 28 ottobre in un bar, attento ai risultati elettorali.
“Veniva tutti i giorni, prendeva una birra e leggeva il giornale. Era inquieto”, ha detto il proprietario del bar.
L’estradizione – Il 14 dicembre un giudice federale del Brasile ha ordinato l’arresto di Cesare Battisti (qui il suo profilo) per “evitare il pericolo di fuga in vista di un’eventuale estradizione”.
L’ordine di arresto, emesso dal giudice Luiz Fux su richiesta su richiesta della Procuratrice Generale, Raquel Dodge, è “immediatamente esecutivo”.
L’Italia, tramite il ministro dell’Interno Matteo Salvini, ha chiesto l’estradizione dell’ex terrorista perché sconti l’ergastolo nelle carceri italiane.
Il 63enne ex leader dei Pac, i Proletari armati per il comunismo, condannato in Italia per quattro omicidi, vive in Brasile dal 2010, da quando l’ex presidente Inacio Lula da Silva, nell’ultimo giorno del suo mandato, gli concesse la residenza permanente.
Ma il nuovo presidente brasiliano, Jair Bolsonaro, che il 13 dicembre ha ricevuto l’ambasciatore italiano, ha più volte annunciato, prima e dopo la sua vittoria elettorale, che avrebbe estradato l’ex terrorista.
Secondo quanto riferito dai media brasiliani, i legali di Battisti presenteranno ricorso contro la decisione. Da giorni però Battisti non è in casa, secondo quanto riferito dai suoi vicini.
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