Mentre in Europa i politici da più parti chiedono di vietare il velo islamico nei luoghi pubblici, la Bosnia Erzegovina va in controtendenza. Una giornalista bosniaca ha deciso di sfidare questo trend e abbattere gli innumerevoli pregiudizi diffusi anche nel suo paese, candidandosi alle elezioni municipali della sua città natale con indosso un niqab, ossia il velo integrale che copre l’intero volto lasciando scoperti solo gli occhi.
Indira Sinanovic è in corsa per essere nominata al consiglio comunale della città di Zenica, e se verrà eletta al voto del 2 ottobre sarà la prima donna a indossare il niqab e a ricoprire una carica politica.
Trentasette anni, madre di due figli, Indira si è candidata nella sua città natale, Zavidovici, che dista circa 100 chilometri a nord della capitale Sarajevo. Nei giorni precedenti il voto, Indira ha dichiarato che il suo intento è quello di aiutare le famiglie socialmente vulnerabili e fermare la discriminazione contro le donne che indossano il velo.
“Cercherò di abbattere la discriminazione e soprattutto l’immagine distorta delle donne che indossano l’hijab. La gente deve avere la possibilità di incontrarci e conoscere chi siamo. La mia esperienza dimostra che nel momento in cui le persone si impegnano a conoscerci allora si rendono conto dei pregiudizi ai quali siamo costrette a sottostare. E allora iniziano a percepirci diversamente. Noi siamo semplici cittadini, come tutti”, ha dichiarato la donna in una breve intervista.
In Bosnia non è raro vedere donne di fede musulmana indossare un foulard che copre loro i capelli. Non esiste alcuna legge che vieti alle donne di indossare l’hijab o il burqa, anche se il niqab è relativamente raro.
La Bosnia conta una delle più grandi popolazioni musulmane d’Europa, come retaggio della sua storia secolare. Durante i 400 anni di dominazione turca sotto l’Impero Ottomano, la Bosnia venne del tutto assimilato e i popoli che vi vivevano ( i croati cattolici e i serbi ortodossi) abbandonarono il cristianesimo e si convertirono all’islam.
Il paese divenne zona di frontiera tra il mondo cristiano e quello musulmano.
Tuttavia, anche se l’Islam è sempre stato liberale in Bosnia nell’ultimo periodo si è registrata una forte tendenza verso l’Islam più radicale derivante in parte dall’influenza delle moschee sponsorizzate dall’Arabia Saudita, che hanno iniziato ad apparire dopo il conflitto in Bosnia scoppiato nel 1992.
Con la sua candidatura, Indira Sinanovic tenta di combattere la crescente opposizione verso il niqab o il burqa in Europa, ma è di venerdì 30 settembre la decisione del parlamento bulgaro di approvare una legge che vieta in maniera assoluta il burqa nei luoghi pubblici. La misura è stata introdotta al fine di rafforzare la sicurezza nel paese, dopo la serie di attacchi terroristici messi in atto in Europa.
La stessa candidata al consiglio comunale non nasconde di aver vissuto episodi di discriminazione in passato, e di essere stata oggetto di scherno da parte di molti che l’hanno apostrofata con espressioni come “ninja”, “terrorista” o le hanno intimato di andare in Afghanistan o in Siria.
(Qui sotto la donna con indosso il niqab candidata al consiglio comunale della sua città natale in Bosnia)