Il titolo della Deutsche Bank crolla del 7 per cento e trascina con sé il settore bancario e le Borse europee.
Le azioni della principale banca tedesca giovedì 29 settembre erano scese fino a toccare i minimi degli ultimi trent’anni dopo la notizia dell’uscita di dieci hedge fund dall’istituto tedesco a causa della preoccupazione per le sue condizioni finanziarie e le illazioni che il governo tedesco fosse costretto a intervenire in suo soccorso.
All’apertura della Borsa di Francoforte, venerdì 30 settembre, il listino tedesco ha perso l’1,8 per cento. Anche Piazza Affari è stata contagiata e ha ceduto più del 2 per cento. In frenata i mercati asiatici e ieri anche Wall Street aveva terminato gli scambi in ribasso.
A Milano è stato penalizzato tutto il comparto bancario. Unicredit, Bpm, Unipol e Banco popolare sono state costrette a una raffica di sospensioni al ribasso, Ubi e Intesa hanno perso il 4,6 per cento e Bper il 4,5 per cento.
In Germania il governo è stato costretto a intervenire per smentire un piano di intervento straordinario per mettere in sicurezza la banca, ma la crisi del sistema bancario tedesco è sotto attenta osservazione dei mercati.
Nei giorni precedenti, la seconda banca tedesca, la Commerzbank, aveva presentato un piano di risanamento che prevede il taglio di circa 10mila posti di lavoro. Il governo della Germania detiene più del 15 per cento della banca, un’eredità dei 18 miliardi di euro spesi per salvare l’istituto durante la crisi finanziaria del 2008.
La crisi delle banche tedesche riflette le difficoltà del sistema bancario in tutta europa a causa del bassi tassi di interesse.
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