Il Consiglio di Parigi, l’organo collegiale che cumula le funzioni di consiglio municipale e di consiglio generale per la città di Parigi, dovrà esprimersi sul futuro di un’impresa in cui i clienti pagano 89 euro per trascorrere un’ora con una sex doll.
Al centro della disputa è la possibile chiusura di un “bordello” per bambole del sesso, il cui futuro è messo in discussione da consiglieri comunisti dell’organo collegiale e da gruppi femministi che appunto chiedono la chiusura di “Xdolls”, questo il nome del locale.
Attualmente, l’attività è registrata come una sala da gioco, ma gli oppositori sostengono che sia a tutti gli effetti un bordello.
In Francia possedere o gestire un bordello è illegale.
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Xdolls si trova in un appartamento dall’aspetto anonimo situato nella capitale francese ed è stato inaugurato a febbraio del 2018.
“I clienti sono principalmente uomini, anche se alcune coppie amano frequentarlo”, ha dichiarato a Le Parisien il proprietario Joachim Lousquy, che in precedenza gestiva negozi di sigarette elettroniche.
Xdolls ha tre stanze, ognuna contenente una bambola del sesso in silicone che misura circa 1 metro e 45 di altezza e vale diverse migliaia di euro.
I clienti effettuano la prenotazione e il pagamento online e l’indirizzo esatto viene tenuto segreto. “Neppure i vicini sono a conoscenza della natura degli affari”, dice Lousquy.
Nicolas Bonnet Oulaldj, un consigliere comunista, ha portato la questione davanti al Consiglio di Parigi che si incontrerà questa settimana per discuterne.
“Xdolls trasmette un’immagine degradante della donna”, si legge nelle Parisien.
Il proprietario del locale sostiene che le bambole sono giocattoli sessuali e che non li considera degradanti per le donne.
Lorraine Questiaux, avvocato e portavoce di un’associazione femminista parigina, afferma “che in Francia ogni anno ci sono 86mile donne violentate”.
“Xdolls non è un sexy shop, è un luogo in cui si generano soldi e dove si violenta una donna”, aggiunge la Questiaux, anche lei pro-chiusura del centro.