“Mi dispiace per quello che è successo l’8 gennaio, è una cosa incredibile, purtroppo”: l’ex presidente del Brasile Jair Bolsonaro rompe il silenzio dopo l’assalto dei suoi sostenitori ai palazzi del potere della Capitale, e prende le distanze da quanto visto in televisione.
Il leader di estrema destra si trova infatti in Florida, dove si è trasferito lo scorso 30 dicembre per evitare la cerimonia di insediamento di Lula, ed ha assistito da lontano agli scontri che hanno messo in pericolo la democrazia nel Paese.
Citato dal sito di informazione Metropoles, Bolsonaro ha anche riconosciuto che il governo “ha commesso errori”, ma che è riuscito comunque a portare “diversi risultati”, parlando con alcuni sostenitori giunti davanti alla sua residenza.
“Qualche errore viene fatto anche in casa – ha aggiunto ironicamente – figuriamoci al governo. Ma a casa sappiamo chi è il responsabile. Siamo sempre noi, i mariti”.
L’ex presidente è indagato per aver “istigato” e per essere stato “l’autore intellettuale” dell’assalto agli edifici istituzionali: questa la tesi dei procuratori, che hanno ottenuto il via libera all’indagine lo scorso venerdì dalla Corte Suprema brasiliana.
In quell’occasione Bolsonaro rispose con un comunicato del suo avvocato in cui si legge che l’ex presidente “ha sempre ripudiato ogni tipo di atto illegale e criminale” ed è sempre stato un “difensore della democrazia”.
Nella casa dell’ex ministro della Giustizia, Anderson Torres, è stata trovata una bozza di decreto in cui si ipotizzava il ribaltamento del risultato delle elezioni vinte ad ottobre da Lula.
Intanto, l’esecutivo del Distretto federale di Brasilia, Celina Leao, diventata governatrice ad interim dopo la sospensione del bolsonarista Ibaneis Rochas indagato per sospette connivenze nell’attacco, ha fatto sapere che Brasilia raddoppierà il numero di agenti a presidio della piazza dei Tre Poteri, al fine di rafforzare la sicurezza in una zona che si è riscoperta facilmente permeabile.