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    Il libro del giornalista del Watergate che fa infuriare Trump

    Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. Credit: Getty Images

    Bob Woodward, due volte premio Pulitzer, racconta gli intrighi della Casa Bianca e come i collaboratori del presidente cerchino di sabotarlo

    Di Cristiana Mastronicola
    Pubblicato il 5 Set. 2018 alle 08:02 Aggiornato il 11 Set. 2019 alle 23:42

    Un presidente fuori controllo, la cui rabbia può fermare l’attività della Casa Bianca per giorni. Così il celebre giornalista statunitense Bob Woodward, due volte premio Pulitzer, descrive la situazione negli Stati Uniti nel suo ultimo libro.

    Dalla Casa Bianca non si sono fatte attendere le smentite, ma lo scalpore ha superato tutto gettando Washington nel caos.

    Il Premio Pulitzer per lo scandalo Watergate – che, ricordiamo, portà alle dimissioni l’allora presidente Richiard Nixon – nel suo libro, “Fear: Trump in the White House” (“Paura: Trump alla Casa Bianca”), mette in evidenza le criticità interne alle dinamiche della Casa Bianca, dove lo staff del presidente ignora o cerca di bloccare le indicazioni di Donald Trump.

    Un atteggiamento, questo, che non si ritrova solo nei collaboratori del presidente, ma cova anche nei più alti esponenti.

    Diversi gli esempi a supporto di questa tesi. Tra gli aneddoti riportati da Woodwars, uno relaativo al segretario alla Difesa, Jim Mattis, che, al termine di un incontro sulla penisola coreana, pare abbia sostenuto con i colleghi che il presidente avrebbe l’intelletto di un bambino che fa “la quinta o sesta” (di 10 o 11 anni).

    John Kelly, capo di gabinetto, si sarebbe lasciato scappare che Trump è “un idiota” e un “pazzo”: “È inutile cercare di convincerlo di qualcosa, va fuori di testa”, avrebbe detto, per poi smentire tutto. Il suo lavoro per lui è “il peggiore che abbia mai avuto”.

    448 pagine in cui il due volte premio Pulitzer ricostruisce la situazione attuale nei corridoi della Casa Bianca. Non cita le sue fonti, Woodward, ma precisa che il libro è frutto di lunghe ore di colloqui con soggetti molto vicini al presidente.

    Un altro aneddoto raccontato in “Fear: Trump in the White House”, interessante e inquietante allo stesso tempo, vede al centro Gary Cohn, il capo consigliere economico, che è arrivato a rubare un ordine presidenziale dalla scrivania di Trump che, se fosse stato firmato, avrebbe cancellato l’accordo commerciale tra Usa e Corea del Sud.

    E, ancora più allarmante, secondo il premio Pulitzer, ad aprile scorso, dopo l’attacco chimico siriano sulla Ghouta Orientale, il presidente degli Stati Uniti sarebbe arrivato a chiedere a Mattis di assassinare Bashar al-Assad, il presidente della Siria.

    “Questo libro non rappresenta nulla di più di storie inventate, molte da dipendenti scontenti, raccontate per mettere in cattiva luce il presidente”, ha esordito la portavoce della Casa Bianca, Sarah Sanders, commentando le anticipazioni su “Fear: Trump in the White House”.

    E la portavoce di Trump non manca di mettere in evidenza come il presidente si sia battuto contro la burocrazia, sottolineando anche che, per quanto sia non convenzionale, “ottiene sempre risultati”.

    E, avverte ancora Sanders, i democratici e “i loro alleati nei media si rendono conto che le politiche del presidente stanno funzionando e che con simili successi, nessuno può batterlo nel 2020, neppure lontanamente”.

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