Il 14 maggio Le Iene, noto programma televisivo di Mediaset, ha trasmesso un servizio sul Blue Whale, un gioco diffuso in Russia, che sarebbe responsabile di decine di suicidi tra gli adolescenti in Russia.
Nell’inchiesta, il conduttore si è recato in Russia a intervistare alcune mamme di giovani ragazze che si erano suicidate lanciandosi da un palazzo, per poi intervistare un ragazzo che ha raccontato che il gioco sarebbe arrivato in Italia, con la morte di un ragazzo di 15 anni di Livorno, forse legata alla macabra sfida.
Cosa sappiamo del Blue Whale
Come avevamo riportato in un approfondimento del 21 marzo, il gioco riguarda alcuni gruppi del social network russo VKontakte accusati di spingere i giovani a suicidarsi attraverso 50 sfide. Secondo i media che hanno riportato la notizia, sarebbero oltre cento gli adolescenti russi vittime di questo gioco.
Il gioco è semplice: ci si iscrive e ci si impegna a seguire le istruzioni per 50 giorni, durante i quali si devono portare a termine una serie di sfide assegnate da un amministratore. Il giocatore vince quando completa anche la 50esima prova: il suicidio. Blue Whale, balena azzurra, è il mondo in cui vengono chiamati i “giocatori”.
La notizia dell’effettivo suicidio degli adolescenti, secondo alcuni siti di debunking, pare abbia avuto origine da una imprecisione contenuto in un articolo del sito Novaya Gazeta, risalente al maggio 2016. L’articolo in questione riferiva che vi erano stati decine di suicidi in Russia nei sei mesi precedenti e che alcune delle vittime facevano parte della comunità virtuale sul social network VK.com.
Secondo Novaya Gazeta, almeno ottanta suicidi erano collegati al gioco del Blue Whale, ma una successiva inchiesta di Radio Free Europe ha verificato che non vi era nessuna prova del collegamento tra le morti degli adolescenti e le sfide, in nessuno dei casi.
Un altro sito russo, Meduza, ha criticato la conclusione a cui era giunta Novaja Gazeta, sostenendo che la relazione sarebbe stata piuttosto quella inversa. È più ragionevole pensare che non è il social network che induce i giovani al suicidio, ma sono gli adolescenti depressi o tendenti al suicidio che sono attratti da determinati gruppi sui social network.
Nonostante il fatto che i bambini che si erano suicidati fossero iscritti allo stesso social network, è impossibile stabilire un nesso causale, non avendo prove sufficienti.
I gruppi in questione comunque esistono. La polizia russa ha arrestato un ragazzo, Phillip Budeikin, studente di psicologia che sarebbe stato tra gli ideatori del macabro gioco. Budeikin ha confessato di aver indotto delle ragazze al suicidio che erano felici di togliersi la vita.
Quali sono le sfide da superare
Un utente di Reddit ha recentemente pubblicato le 50 sfide del Blue Whale, tradotte dal russo e riprese dal sito Higgypop. “Usa un rasoio per inciderti f57 sulla mano e invia una foto a chi conduce il gioco”, è la prima sfida, seguita da altre come “svegliati alle 4.20 e guarda video psichedelici e spaventosi”, o “tagliati il braccio con un rasoio lungo le vene, ma non troppo in profondità, solo tre tagli”.
La maggior parte delle sfide chiedono una testimonianza fotografica al tutor del gioco. Da “svegliati alle 4:20 e sali su un tetto (più alto è meglio)”, a “tagliati il labbro” fino a “infilati un ago molte volte nella mano”. “Chi conduce il gioco comunicherà la data della morte e tu dovrai accettarla”, prosegue l’inquietante sfida, che si conclude con un definitivo: “Buttati da un edificio molto alto. Togliti la vita”.
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