L’esercito birmano ha concluso l’operazione di “ripulitura” dello stato nordoccidentale di Rakhine durata quattro mesi e sospettata dalle Nazioni Uniti di aver messo in atto una pulizia etnica e crimini contro l’umanità.
La missione era stata avviata a ottobre del 2016 quanto nove agenti di polizia erano stati uccisi in diversi attacchi contro postazioni delle forze di sicurezza nei pressi del confine con il Bangladesh, dove nel frattempo hanno cercato rifugio quasi 70mila rohingya, una minoranza etnica di fede musulmana.
Il governo birmano ha negato ogni accusa di abusi ai danni dei rohingya, incluse uccisioni di massa e stupri di gruppo, e ha definito l’operazione militare una campagna di counterinsurgency.
“La situazione nel nord di Rakhine è stata stabilizzata. Le operazioni si sgombero compiute dai militari sono giunte al termine, il coprifuoco è stato alleggerito e rimangono solo le forze di polizia a mantenere la pace”, ha dichiarato il neo consigliere alla Sicurezza nazionale Thaung Tun mercoledì 15 febbraio 2017.
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