“Svetlana Tikhanovskaya è al sicuro, è in Lituania”. Lo ha scritto su twitter il ministro degli Esteri lituano Linas Linkevicius. La candidata d’opposizione alle presidenziali bielorusse, vinte tra accuse di brogli dall’autoritario leder Aleksandr Lukashenko, aveva contestato i risultati chiedendo un riconteggio delle schede e da ieri sera si erano perse le sue tracce.
Per presentare ricorso, Tikhanovskaya si era recata alla commissione elettorale centrale a Minsk, dove dal suo staff si era diffusa la notizia che fosse stata trattenuta dalle autorità. Il marito di Tikhanovskaya, Serghei Tikhanovsky, un popolare blogger che aveva provato a candidarsi era stato arrestato a maggio, mentre i figli della coppia erano stati mandati all’estero per precauzione.
Le elezioni presidenziali si sono svolte in Bielorussia il 9 agosto, l’attuale capo di stato Alexander Lukashenko, secondo i dati del Comitato elettorale centrale, ha vinto con circa l’80% dei voti.
Domenica sera sono iniziate proteste di massa non autorizzate in diverse città della Bielorussia. I manifestanti nel centro di Minsk hanno eretto barricate fatte di bidoni della spazzatura. La polizia ha lanciato contro alcuni manifestanti gas lacrimogeni, idranti e granate assordanti e li ha allontanati dal centro della città. Durante le proteste non ci sono state vittime, diverse persone sono state portate in ospedale.
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