“Non riesco più a vederti, mamma, non riesco più a vederti” fu la prima cosa che Ben Underwood disse a sua madre Aquanetta Gordon, dopo l’operazione subita all’età di tre anni per la rimozione degli occhi.
A Ben, nato nel 1992 a Sacramento in California, fu diagnosticato il retinoblastoma, un tumore maligno che colpisce la retina, quando aveva due anni.
Questo evento sconvolse la vita già dura di Aquanetta, tossicodipendente prima di scoprire della gravidanza.
“Una parte di me voleva solamente crollare a piangere. Poi ho compreso che se avessi ceduto, lo avrebbe fatto anche lui. Volevo che si godesse l’infanzia” ammise Aquanetta.
A cinque anni Ben, quasi per caso, imparò a localizzare gli oggetti e capirne la loro distanza attraverso dei suoni emessi dalla bocca.
Questa speciale abilità è detta ecolocalizzazione: si sfrutta il rimbalzo che le onde sonore subiscono quando incontrano gli oggetti per capire la loro posizione nello spazio.
“Non sapevo esattamente cosa stesse facendo, ma sapevo che quei rumori che faceva lo aiutavano a capire dove fossero le cose” disse sua mamma.
“Riesco a sentire quel muro dietro di te” spiegò il ragazzo durante un’intervista “posso sentire proprio qui una radio.”
Underwood fu una delle poche persone in grado di utilizzare l’ecolocalizzazione, ciò gli permise di rilasciare numerose interviste e di girare un documentario sulla sua storia, messo in onda dalla TV britannica.
Il tumore si ripresentò a sedici anni e lo portò alla morte nel 2009, rimanendo una grande ispirazione per la comunità dei non vedenti, e per la madre che riportò la sua biografia nel libro Echoes of an Angel.
Al suo funerale, il 26 gennaio 2009 nella chiesa di Elk Grove, in California, partecipò anche il suo amico e musicista Stevie Wonder, che cantò diversi brani in occasione della celebrazione.
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