Ci siamo trovati tutti stesi a terra, sentivo che gli altri cercavano di uscire, quindi a un certo punto mi sono detto: “Alzati e corri!”.
In quel momento ho sentito un impatto sul gomito, che mi ha fatto cadere ancora a terra; non mi ha fatto molto male, ho solo sentito un forte impatto. Dato che sentivo degli spari, ho capito subito di cosa si trattava.
Non ho visto nessuno… ho visto solo una persona di sfuggita: era piuttosto alta, ma è la sola cosa che ho notato. Ho visto delle armi nere.
Cammini in mezzo ai corpi, alle persone, ma non sai se sono vive e hai solo una voce in testa che ti dice: “Bisogna uscire, bisogna uscire da qua, bisogna uscire il più in fretta possibile, perché è la nostra vita ad essere in gioco”.
Avevo le due mani tese di fronte a me, ero steso a terra o meglio ero steso su un cumulo di persone: erano tutti sdraiati uno sopra all’altro, caduti uno sopra all’altro.
Ho teso la mano per cercare di aggrapparmi a qualcosa e allora ho sentito una mano che mi ha tirato con una forza incredibile e mi ha lanciato fuori dalla sala.
Mi sono trovato per strada e non so chi abbia parlato, non so se fosse la polizia, non so nemmeno se c’era la polizia, ma ho sentito:
“Correte, correte, correte” e dunque abbiamo corso, sulla sinistra della via e lo abbiamo fatto il più in fretta possibile, fino a rifugiarci al sicuro in un palazzo dove alcune persone che ringrazio infinitamente ci hanno accolti in casa loro.
Io sono finito da un ragazzo che si chiama Clément, che mi ha accolto a casa sua anche se non mi conosceva. Ero nel panico, non capivo nulla di quello che mi stava succedendo, mi ha preso in casa, mi ha medicato, dato che aveva un brevetto di primo soccorso, mi ha messo al sicuro, poi mi ha calmato perché ero in stato di choc, o meglio non so se ero in stato di choc o di stress, non lo so. Mi ha aiutato a superare quel momento, ecco.
(Traduzione di Alice Mentana)
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