Il presidente USa Donald Trump ha nominato Amy Coney Barrett come giudice della Corte Suprema al posto di Ruth Bader Ginsburg, l’icona liberal scomparsa 8 giorni fa all’età di 87 anni. “È tra le più brillanti e dotate menti legali della nazione”, ha detto Trump annunciando la nomina. Per il tycoon “la conferma al Senato di Amy Coney Barrett per la Corte Suprema sarà facile, faremo presto”.
“Sono onorata per la fiducia”, ha commentato Barrett. “So che il processo di conferma al Senato non sarà facile”, ha aggiunto la 48enne giudice, dichiarandosi ansiosa di collaborare con i parlamentari durante le audizioni che dovrebbero partire il prossimo 12 ottobre. “La Costituzione appartiene a tutti” e se confermata “lavorerò al servizio di tutti”, ha poi aggiunto Barrett tendendo la mano ai democratici in vista dell’audizione di conferma in Senato, che si preannuncia controversa. I repubblicani, che controllano la Camera Alta del Congresso americano, hanno i numeri per approvare la sua nomina ma i democratici potrebbero opporsi.
Joe Biden, il rivale di Donald Trump nella corsa alla Casa Bianca, ha infatti già chiesto al Senato di non confermare la nomina. “Mancano poche settimane al giorno delle elezioni e milioni di americani stanno già votando perché la posta in gioco in queste elezioni non potrebbe essere più alta. Sentono l’urgenza di questa scelta, un’urgenza resa ancora più acuta dalla posta in gioco alla Corte Suprema degli Stati Uniti”, ha dichiarato Biden in una nota in cui ricorda come Trump abbia “cercato da quattro anni di eliminare l’Affordable Care Act”, il cosiddetto Obamacare. “Per due volte, la Corte Suprema degli Stati Uniti ha confermato la legge come costituzionale”, ha sottolineato.
Questo invece il commento di Kamala Harris, la candidata alla vice presidenza nel ticket democratico con Joe Biden: “Fin dal primo giorno il presidente Donald Trump ha messo in chiaro di avere una prova del nove per i giudici della Corte Suprema: distruggere le tutele dell’Affordable Care Act per la gente con condizioni preesistenti e annullare il diritto di ciascuno di decidere sulla propria salute”.
Chi è Amy Coney Barrett
Cattolica, 48 anni e 7 figli, Barrett è giudice della Corte d’Appello del settimo circuito di Chicago. È considerata una figura fortemente conservatrice. “Il dogma vive rumorosamente dentro di te”, la attaccò la senatrice democratica Dianne Feinstein nel 2017, accusandola di farsi guidare dalla sua fede cattolica nelle decisioni giuridiche, soprattutto su questioni come interruzione di gravidanza e pena di morte. L’effetto, immediato, fu di trasformarla in un’eroina dei religiosi conservatori, anche se lei respinse l’accusa: “Non metterei mai le mie opinioni personali al di sopra della legge”.
Barrett è originaria di New Orleans, in Louisiana. Ha frequentato un liceo femminile e poi il Rhodes College, prima di laurearsi con lode in Legge all’università Notre Dame dove ha insegnato per 15 anni. Nel 2012 scrisse un “manifesto di protesta” contro la copertura sanitaria obbligatoria a carico dei datori di lavoro prevista dall’Obamacare anche per la pillola anticoncezionale. All’indomani della conferma alla Corte d’Appello del settimo circuito (il 31 ottobre del 2017, con 55 sì e 43 no), il New York Times rivelò che Barrett era iscritta all’organizzazione “People of Praise”, una sorta di setta “dove i membri giurano fedeltà gli uni agli altri” e dove si insegna “che il marito è il padrone delle mogli e l’autorità in famiglia”.
Nel 2013 dichiarò che “la vita inizia con il concepimento”. Ritiene che anche le sentenze della Corte Suprema possano essere rovesciate. Non si è mai espressa a favore della totale cancellazione del diritto all’aborto ma ha sottolineato la necessità di imporre restrizioni su quelli tardivi. Come giudice d’appello ha privilegiato la linea dura sull’immigrazione, appoggiando l’amministrazione Trump, ad esempio, nel voler negare il permesso di residenza (la green card) a chi chiede assistenza pubblica. Quanto alle armi, nel 2019 affermò di opporsi. a tutte le leggi federali che vietano a tutti gli ex detenuti, inclusi quelli non violenti, di possedere armi.
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