Una bandiera bianca sui siti Unesco dell’Iran: il progetto di un architetto iraniano
Con l’hashtag #peace, e le immagini di 10 siti Unesco dell’Iran che sventolano bandiera bianca, l’architetto Mohammad Hassan Forouzanfar risponde al tweet con cui Trump minaccia la prima guerra del terzo decennio, iniziato con un rinnovato conflitto politico tra Stati Uniti e Iran a seguito dell’assassinio del generale iraniano Qassim Soleimani e del desiderio dell’Iran di vendicarsi.
I Pasdaran, le Guardie della Rivoluzione iraniana, tramite il loro comandante Hossein Salami, hanno comunicato agli USA di avere nel loro mirino 35 obiettivi sparsi nell’intera regione. Il presidente Trump, tramite il suo account Twitter, ha risposto di averne ben 52, tutti molto importanti per l’Iran e la sua cultura.
“Se l’Iran colpisce qualche americano o dei beni americani, abbiamo preso di mira 52 siti iraniani (che rappresentano i 52 ostaggi americani presi dall’Iran molti anni fa), alcuni di altissimo livello e importanti per l’Iran e la cultura iraniana, e quegli obiettivi, e l’Iran stesso, saranno colpiti molto velocemente e molto duramente. Gli Stati Uniti non vogliono più minacce!”, ha scritto Trump su Twitter.
L’Unesco, dopo tali dichiarazioni, ha preso posizione e, nei fatti, ha colpito il presidente degli Stati Uniti, su cui peraltro pesa anche la smentita del Pentagono.
La minaccia di colpire uno a caso dei siti culturali in Iran, quindi, è da prendere più come un’ardita boutade che una minaccia reale dal momento che gli Usa sono tra i 175 Paesi che, nel corso della Conferenza Generale Unesco del 1972, tenutasi a Parigi, firmarono un accordo di protezione del patrimonio mondiale, iniziando a stilare una lista di luoghi il cui valore dovrà essere preservato a beneficio dell’umanità.
La guerra è distruzione – di ricordi, di tempo, di suggestioni e di vita – e chi ama l’arte in tutte le sue forme, chi da sempre difende le bellezze storiche presenti sulla terra, non può restare a guardare.
Così l’architetto iraniano Mohammad Hassan Forouzanfar ha dato vita a “Peace”, un progetto concettuale, tramite il quale la parola “pace” c’è ma non si vede, e sventola libera.
“L’Iran ha una cultura liquida” si legge sul post Instagram con cui Forouzanfar presenta il progetto. “Dai romani ai moghul, chi è entrato in queste terre (con o senza permesso) ha lasciato il segno e in qualche modo ha instaurato un dialogo con la cultura locale, rendendola una delle antiche civiltà più fiorenti”.
Ed ecco comparire bandiere bianche sui siti iraniani oggi considerati a rischio:
“La guerra non ha nulla da perdere”, spiega l’architetto, “mentre l’Iran ha sempre avuto molto da perdere e si è sempre preoccupato di proteggere questo ‘molto’. Queste pietre e questi mattoni sono intrisi di cultura, ma non sono la cultura: per questo possono essere distrutti dalle armi e dai carri armati ma non per questo verrà annientato il significato che portano con sé. “Essere iraniani è nella nostra memoria collettiva, nella nostra lingua e nella nostra letteratura, è in come pensiamo ed è nel mondo”.
La moschea Sheikh Lotfollah di Isfahan e gli altri siti Unesco con bandiere bianche che sventolano stagliandosi nell’azzurro del cielo sono un messaggio potente, che spiega per immagini come perdere questi elementi importanti della storia e della cultura di un paese sarebbe una tragedia non solo per l’Iran ma anche per la nostra storia umana condivisa.
Per trasmettere il suo messaggio l’artista ha adornato immagini di siti architettonici iconici, nonché patrimonio dell’Unesco e patrimonio storico dell’umanità in Iran, di bandiere bianche che sventolano nel cielo.
Come riporta Artibune, dei molti siti censiti in Iran, testimonianze di incontri tra civiltà e di straordinaria bellezza, 56 sono ancora in attesa dell’approvazione UNESCO, mentre questi 24 sono già nell’elenco:
I complessi monastici armeni di San Taddeo, Santo Stefano e della cappella di Dzordzor;
• Bam e il suo panorama culturale;
• Behistun, con le sue iscrizioni multi-lingue sul Monte Behistun nella provincia iraniana di Kermanshah;
• Il villaggio di Maymand, nella provincia di Kerman;
• Il Goldestan Palace a Teheran, residenza storica della dinastia reale Qajar;
• La Torre di Gonbad-E Qābus;
• L’architettura di Yazd, centro importante dello Zoroastrismo;
• La Moschea di Isfahan, la più importante della dominazione selgiuchide in Persia;
• Meidan Emam, Esfhahan, sito noto per la moschea reale di Sheykh Lotfollah, per il portico di Qaysariyyeh e il Palazzo Timurid del XV secolo;
• Pasargadae, prima capitale dinastica dell’Impero achemenide, con i suoi palazzi, giardini e il mausoleo di Ciro;
• Persepolis, fondata da Dario I nel 518 a.C.;
• Le città storiche sassanidi della provincia di Fars;
• I resti di Shahr-I Sokhta, la città di mattoni crudi, all’origine delle prime società complesse nell’Iran orientale;
• Sheikh Safi Al-Din Khnegh e Shrine Ensable in Ardabil, antico luogo di ritiro spirituale, costruito secondo i dettami della tradizione sufi;
• Il Shushtar, sistema idraulico storico, capolavoro di genio creativo (V secolo a.C.);
• Il mausoleo di ÖLJEITÜ, costruito nel 1302-12 nella città di Soltaniyeh, capitale della dinastia Ilkhanid, fondata dai mongoli;
• SUSA, con un gruppo di tumuli archeologici sul lato orientale del fiume Shavur;
• Il complesso del bazar storico di Tabriz;
• Il sito archeologico di Taht-E Soleyman, incastonato in una regione montuosa vulcanica;
• Le rovine della città santa del Regno dell’Elam;
• I nove giardini del grande Giardino Persiano;
• Gli antichi sistemi idraulici dei Qanat;
• Gli 850 km di Foreste Ircane (vecchie 25-50 milioni di anni), lungo la costa meridionale del Mar Caspio;
• Il Deserto di Lut, quarta bellezza naturale della terra secondo il National Geographic.