La banca centrale egiziana giovedì 3 novembre ha liberalizzato il cambio della lira, che ha subito una svalutazione del 48 per cento, come richiesto dal Fondo monetario internazionale al quale l’Egitto ha richiesto un prestito di 12 miliardi di euro spalmati su tre anni per avviare un programma di riforme economiche.
È la seconda volta in un anno che la banca centrale interviene sul tasso di cambio, dopo che a marzo il cambio era stato fissato a quasi nove lire per dollaro. Inoltre è stato deciso di alzare il tasso di interesse di tre punti percentuali, al 14,75 per cento.
La quotazione ufficiale iniziale è di circa 14 lire per dollaro, anche se il cambio al mercato nero, che la banca centrale spera di debellare, superava già da giorni le 16 lire.
L’obiettivo della mossa è quello di rafforzare la fiducia nell’economia egiziana e di ridurre il tasso di inflazione. Dall’Fmi è arrivato un commento positivo per la scelta: il capo della delegazione che sta trattando il prestito con l’Egitto ha dichiarato che la liberalizzazione dei prezzi di cambio aiuterà la crescita economica e la creazione di posti di lavoro.
Sebbene la liberalizzazione aiuterà l’Egitto a rafforzare la sua economia, renderà più difficile la vita ai cittadini, causando un’impennata nel prezzo dei beni d’importanzione.