Durante la sua ultima conferenza stampa da Segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon ha dichiarato che a fine mandato – il 31 dicembre scadrà il suo incarico e il 1 gennaio 2017 gli succederà il portoghese Antonio Guterres – si concederà un periodo di riposo e poi tornerà in Corea del Sud per valutare qual sia il modo migliore di servire il paese.
Tali parole sembrano confermare quello che in realtà è già oggetto di speculazione tra gli osservatori internazionali: Ban Ki-moon potrebbe candidarsi alla presidenza della Corea del Sud.
In questo momento, Seul è attraversata da una grave crisi politica innescata dallo scandalo per le ingerenze indebite che un’amica della presidente Park Geun-hye avrebbe esercitato sul governo.
Dopo mesi di estese manifestazioni di piazza che chiedevano le dimissioni della presidente, all’inizio di dicembre, il parlamento ha votato la messa in stato di accusa.
Spetta ora alla Corte costituzionale prendere una decisione e stabilire se effettivamente Park entrerà nella storia del paese asiatico come il primo presidente a essere rimosso dall’incarico.
Perciò, se i nove giudici incaricati di dirimere la questione dovessero effettivamente sancirne la caduta, le elezioni presidenziali previste per il dicembre 2017 verrebbero anticipate e si terrebbero entro due mesi dalla rimozione di Park.
Chissà allora che la Corea del Sud non riaccolga Ban Ki-moon in patria come il nuovo presidente.
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