Ban Ki-moon rinuncia a correre alle prossime elezioni presidenziali in Corea del Sud. Ad annunciarlo è stato lo stesso ex segretario generale dell’Onu in una conferenza stampa convocata d’urgenza all’Assemblea nazionale di Seul. “Rinuncerò alla mia aspirazione di raggiungere un cambio in politica sotto la mia leadership e di unificare il Paese”, ha spiegato Ban in conferenza stampa.
“Il mio patriottismo e le mie aspirazioni sono andate disperse a causa delle calunnie e delle false notizie messe in circolazione”, ha aggiunto l’ex segretario generale delle Nazioni Unite, riferendosi alle accuse di corruzione che lo hanno coinvolto. “Tutto ciò ha minato il mio desiderio di cambiare la politica e ha provocato danni a me e alla mia famiglia”.
Le accuse sono state lanciate a fine dicembre 2016 dal settimanale sud coreano Sisa-in, secondo il quale Ban Ki-moon, nel 2005, quando era ministro degli Esteri, avrebbe ricevuto 230.000 dollari da un imprenditore locale.
Ban Ki-moon aveva lasciato il Palazzo di vetro alla fine del 2016, sostituito al vertice delle Nazioni Unite da Antonio Guterres. A gennaio, subito dopo la procedura di impeachment nei confronti della presidente Park Geun-hye, è tornato in Corea del Sud con l’obiettivo di sondare le forze politiche sulla sua discesa nel campo politico.
Gli sforzi non hanno sortito gli effetti voluti sia per le divisioni del Saenuri, il partito conservatore di Park, sia per le accuse di corruzione lanciate dalle colonne del Sisa-in. Ban Ki-moon ha tuttavia precisato che non lascerà la vita politica, e metterà la propria esperienza al servizio delle organizzazioni internazionali.
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