Novanta minuti sofferti sul campo, due tempi supplementari e la vittoria del Portogallo sulla favorita Francia. Mentre allo Stade de France, a Saint Denis, la nazionale portoghese festeggiava il suo primo europeo della storia – e con loro l’intero paese – per i viali parigini serpeggiava il malcontento dei tifosi francesi, delusi per l’epilogo finale.
Tra le decine di tifosi di entrambe le squadre che si accingevano a lasciare lo stadio, ad attirare l’attenzione due di loro: un bambino portoghese e un tifoso francese.
Quest’ultimo non riesce a trattenere le lacrime per la cocente sconfitta. A un certo punto, un bambino con indosso la maglia del Portogallo neo-campione d’Europa gli si avvicina. Intorno a loro le urla e la festa dei tifosi portoghesi.
Un piccolo gesto carico di tenerezza e di significato. Il ragazzo portoghese si avvicina all’uomo in lacrime nel tentativo di consolarlo. Il tifoso francese, in un primo momento, sembra sorpreso per quel gesto ingenuo e ricambia con un sorriso e una carezza.
Ma il bambino non molla la presa e continua a seguirlo mentre gli mormora qualcosa, probabilmente qualche parola rassicurante. Alla fine i due si abbracciano calorosamente prima di tornare ognuno per la sua strada.
Una carezza, un bacio e un abbraccio. Lo sport, fuori dal campo di gioco, è anche questo. Anzi, dovrebbe essere essenzialmente questo.
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