Secondo quanto riferisce Medici senza frontiere (Msf) via Twitter almeno 10 bambini sono rimasti uccisi e 21 feriti nel nord dello Yemen quando un raid aereo attribuito alla coalizione guidata dall’Arabia Saudita ha colpito una scuola dell’area controllata dai ribelli sciiti houthi sabato 13 agosto 2016.
Il gravissimo episodio è accaduto proprio mentre il parlamento yemenita si riuniva per la prima volta dopo quasi due anni, mossa che rafforza il movimento houthi e sfida apertamente il governo internazionalmente riconosciuto in esilio.
La coalizione non ha voluto commentare l’accaduto, mentre un alto ufficiale houthi, Mohammed Abdul-Salam, non ha dubbi sulla responsabilità del bombardamento costato la vita ai bambini.
Almeno 6.400 persone, la metà dei quali civili, sono rimaste uccise nel corso del conflitto civile nel quale a marzo del 2015 è intervenuta la coalizione guidata dall’Arabia Saudita a sostegno del presidente Abd-Rabbo Mansour Hadi.
I militanti houthi e gli uomini dell’ex presidente Ali Abdullah Saleh controllano la capitale Sanaa, ma Hadi li ha avvertiti di non cercare legittimazione attraverso il parlamento e ha bollato la seduta come illegale, minacciando i deputati presenti di essere messi sotto processo.
Venerdì scorso i colloqui di pace sponsorizzati dalle Nazioni Unite e ospitati dal Kuwait sono collassati quando gli houthi hanno rifiutato la proposta di pace e creato un organo amministrativo a dispetto dell’opposizione dell’Onu e del governo in esilio.
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