Violenze sessuali indicibili, torture compiute con i metodi più barbari. All’apice delle violenze, un aborto praticato in casa con una stampella.
L’atroce storia arriva dal Galles. Sfortunata protagonista è una ragazza, Charlotte Wade, oggi 22enne, che all’epoca dei fatti era appena una bambina.
Una bambina in balia della follia e delle perversioni del nonno, Raymond Hodges, che di anni ne oggi ne ha 73.
Quando Charlotte aveva appena sette anni sono iniziati gli abusi sessuali: baci, palpeggiamenti, infine rapporti sessuali completi sotto costrizione.
Ma non basta. Il nonno aveva iniziato anche a filmare il sesso con la nipote. Un crescendo di orrori che la piccola non sapeva come fermare. “Mi prendeva a calci nello stomaco quando opponevo resistenza, era un incubo”, ha raccontato la ragazza.
“Una volta, per punirmi, mi ha messo le mani su un bollitore. Mi sono ustionata, è stato terribile”.
Nel 2009 Charlotte rimase incinta ad appena 12 anni. A quel punto il nonno-orco, per evitare che venissero fuori le violenze, architettò un modo atroce per farla abortire.
Mentre un amico teneva ferma la bambina, Raymond Hodges la fece abortire usando una stampella per cappotti, e lasciando poi la piccola a terra sanguinante.
“Pensavo di poter morire, è praticamente un miracolo che sia ancora viva”, ha raccontato Charlotte.
Dopo anni di sevizie, la ragazza ha trovato la forza di denunciare il nonno. Quest’ultimo è stato arrestato e condannato, dopo un processo, a 25 anni di carcere.
Charlotte, oggi 22enne, sta faticosamente cercando di ricostruire la sua vita, segnata dai terribili abusi subiti e tenuti nascosti dentro le mura di casa per moltissimi anni.
La storia, riportata dai media britannici, ha scioccato il Galles. In tanti sui social si sono lamentati per una condanna, quella a 25 anni, giudicata troppo lieve per le violenze commesse dall’uomo, che in ogni caso, considerata l’età, è destinato a restare dietro le sbarre fino alla fine dei suoi giorni.