Il presidente dell’Autorità francese sulla sicurezza nucleare Pierre-Franck Chevet ha lanciato l’allarme sulla situazione delle centrali nucleari francesi, che ha definito “preoccupante” in un’intervista al supplemento economico di Le Figaro.
Dopo la scoperta, nella primavera del 2015, di un difetto nel serbatoio del futuro reattore EPR di Flamanville, l’Authority ha lanciato una campagna di controlli senza precedenti, che è ancora lontana da essere terminata.
Alla domanda se, a causa dei reattori chiusi per misure di sicurezza, la Francia rischia di passare un inverno difficile, Chevet risponde: “Attualmente sono dodici i reattori fermi o in fase di chiusura, per controllare che l’eccesso di carbonio scoperto nell’acciaio non alteri la capacità di resistenza meccanica dei generatori di vapore. Abbiamo ricevuto lo scorso fine settimana un fascicolo completo per ciascuno dei reattori, e ci vorrà circa un mese per valutare i test e dare o meno l’ok per riavviare gli impianti”.
I reattori dell’Edf attualmente fermi potrebbero “nel migliore dei casi” tornare ad essere operativi “tra un mese e raggiungere la piena potenza a gennaio 2017″. Chevelet nell’intervista riconosce che “la situazione è divenuta molto preoccupante” e che è necessario agire “con calma ma con assoluta precisione per garantire la sicurezza della popolazione francese”.
L’elettricità in Francia è garantita quasi al 78 per cento dalle centrali nucleari, anche se la legge sulla transizione energetica varata dal governo socialista l’anno scorso fissa come obiettivo di sviluppare le energie alternative. Oltre ai timori per la sicurezza, lo stop di 12 su 58 reattori operativi potrebbe avere conseguenze sulle bollette dell’elettricità in Francia e forse anche in Italia, che è un grande acquirente di energia dal paese transalpino.