Abdulkadir Masharipov, il jihadista di origine uzbeka che la notte di Capodanno ha ucciso 39 persone nella discoteca Reina di Istanbul, ha chiesto di essere condannato a morte mentre era ascoltato dai giudici della corte l’11 febbraio.
A riferire la notizia il quotidiano turco Daily Sabah, secondo cui Masharipov avrebbe ammesso l’affiliazione all’Isis, pur negando di aver partecipato ad altri attacchi prima dell’attentato al Reina.
“Sono stato in contatto con Abu Jihad, che si trova a Raqqa, volevamo attaccare i cristiani che festeggiano a piazza Taksim, ma il piano è saltato a causa delle misure di sicurezza nella zona”, ha detto Masharipov durante l’udienza. “Con Abu Jihad abbiamo concordato che l’attacco sarebbe avvenuto al Reina dopo che ho effettuato un sopralluogo. Non l’ho mai visto in faccia, ma siamo stati in contatto costante”.
Masharipov ha ammesso di non provare alcun pentimento e di essere stato pronto al martirio quella notte “per non essere catturato”, ma di non essere morto anche perché aveva finito i proiettili per suicidarsi.
Dopo aver ucciso 39 persone, l’uzbeko ha fatto perdere le proprie tracce senza mai abbandonare Istanbul, per poi essere arrestato la sera del 16 gennaio.
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