Almeno 43 persone sono state uccise e un centinaio sono rimaste ferite dall’esplosione di un’autobomba nella città siriana di Azaz controllata dai ribelli, vicino al confine con la Turchia.
L’esplosione è avvenuta sabato 7 gennaio davanti a un tribunale della città, a soli 7 chilometri dal confine con la Turchia. Negli ultimi mesi Azaz è stata colpita dai miliziani del sedicente Stato islamico, che l’avevano già conquistata nel 2013.
A novembre 25 persone erano morte nell’esplosione di un’autobomba posizionata davanti al quartier generale dei ribelli. Altre 17 vittime aveva fatto un attacco simile a un check point ad ottobre. Entrambi erano stati attribuiti all’Isis.
L’esplosione è avvenuta dopo l’inizio, alcuni giorni fa, del cessate il fuoco. La tregua, nonostante la denuncia di sporadiche violazioni, finora ha tenuto.
L’accordo è stato firmato dal governo siriano e dalle forze d’opposizione; fautori e garanti dell’intesa sono Russia, Turchia e Iran. Non sono inclusi invece nel cessate il fuoco le milizie curde dell’Ypg e il sedicente Stato islamico.
Nella provincia di Azaz vivono migliaia di profughi siriani, provenienti soprattutto da Aleppo, riconquistata dalle forze governative alla fine del 2016.
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