Un’autobomba è esplosa uccidendo 60 persone e ferendone oltre 70, tra cui molti civili, venerdì 24 febbraio nella città di Al-Bab, in Siria. Lo ha riferito l’emittente televisiva araba Al Jazeera.
Tra le vittime si contano anche due soldati turchi, facenti parte delle truppe in sostegno all’esercito siriano. Il bilancio è ancora provvisorio.
La roccaforte dell’Isis Al-Bab, nel nord della Siria, era stata espugnata dalle forze siriane dopo settimane di violenti combattimenti in cui si sono contate perdite anche tra i militari turchi impegnati nell’offensiva Scudo dell’Eufrate, iniziata il 24 agosto 2016 con l’ingresso delle truppe inviate dalla Turchia in Siria.
Anche se manca la rivendicazione, l’attentato è probabilmente avvenuto per mano del sedicente Stato Islamico, che giovedì 23 febbraio aveva annunciato il ritiro dalla città.
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Nel frattempo, i negoziati sulla crisi siriana presso la sede delle Nazioni Unite a a Ginevra sono incominciati. Le aspettative per un accordo tra il governo siriano e i gruppi di opposizione sono molto basse. Si tratta del quarto round di colloqui mediati in Svizzera dalle Nazioni Unite.
Durante la prima giornata di negoziati, Staffan de Mistura, inviato speciale delle Nazioni Unite in Siria, ha incontrato separatamente entrambe le delegazioni, ma tra le due non vi è stato alcun incontro.
Tra due settimane si celebrerà il sesto anniversario dello scoppio delle proteste popolari in Siria e della conseguente repressione governativa, eventi che hanno gradualmente spinto il paese mediorientale verso una guerra civile con dimensioni regionali e internazionali ed effetti catastrofici sul piano umanitario.
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