Sono almeno 4 i morti e 15 i feriti – di cui 7 in pericolo di vita – ricoverati negli ospedali in seguito all’attentato iniziato nella serata di ieri vicino alla sinagoga ebraica di Vienna, per poi diffondersi in diverse altre zone delle città. L’ultima vittima è una donna, di età compresa tra i 40 e i 50 anni, che era stata ricoverata nella notte per le ferite riportate. Gli attentatori erano più di uno, forse quattro: uno di loro è stato colpito e ucciso dalla polizia, aveva una cintura esplosiva finta ma era pesantemente armato. Secondo il ministro Nehammer, l’attentatore ucciso era simpatizzante dell’Isis, aveva 20 anni, è nato e cresciuto nella capitale austriaca ma ha una doppia cittadinanza (Macedonia del Nord). Il suo nome è Kujtim e durante l’attacco “era equipaggiato con una finta cintura esplosiva e un fucile automatico a canna lunga, una pistola e un machete”, ha dichiarato Nehammer. La polizia ha condotto finora 15 perquisizioni domiciliari e una serie di arresti, ha aggiunto il ministro. In mattinata il giornale “Der Falter” aveva rivelato che il ragazzo era già noto ai servizi segreti perché era un estremista islamico, ma le autorità non hanno confermato.
La polizia austriaca ha lanciato una operazione “su vasta scala” nella zona: sono in azione le forze speciali Vega e Cobra. In mattinata è stata fatta irruzione in un appartamento a St. Poelten, a circa 60 chilometri da Vienna: secondo gli investigatori la casa è collegata agli autori dell’attentato. Il ministro dell’Interno, Karl Nehammer, con la voce strozzata ha confermato che si tratta di un “ripugnante attacco terroristico preparato in modo professionale” e ha chiesto ai cittadini di restare chiusi in casa e di non mandare i bambini nelle scuole, che per oggi resteranno chiuse. Secondo l’emittente televisiva austriaca “Oe24”, ci sarebbero alcuni attentatori ancora in fuga, ma il loro numero non è stato ancora verificato.
Dalle prime ricostruzioni, ci sono stati spari in diversi punti della città: nella zona Schwedenplatz, vicino dell’hotel Hilton, nel parco cittadino, Stadtphk e nella strada dove si trova la principale sinagoga della città dove nel 1981 ci fu un attentato che causò due morti. La sinagoga, al momento degli attentati, era chiusa già da un paio d’ore e forse non era nel mirino. Dopo la prima sparatoria, la corsa all’impazzata dei terroristi per i vicoli della città, tra i vicoli e i ristoranti dove la gente si godeva l’ultima serata prima dell’entrata in vigore del lockdown, in vigore da domani. Secondo i media, è stato eseguito anche un sequestro di persone in un ristorante giapponese vicino all’hotel Hilton. La polizia ha chiesto alla gente di restare in casa: da ore, insieme alle forze speciali dei reparti Vega e Cobra, agenti dell’antiterrorismo e centinaia di agenti appoggiati da elicotteri, gli agenti rastrellano il centro della città a caccia del fuggitivo. Sono stati creati posti di blocco, l’operazione prevede anche il controllo dei confini austriaci e sono state attivate le forze speciali dell’esercito, il Jagdkommando, che hanno assunto la sorveglianza degli edifici pubblici per liberare gli agenti di polizia che erano dislocati nei luoghi sensibili.
La maggior parte del centro di Vienna è stato chiuso. Intanto le linee trasporti a Vienna non si fermano più alle fermate del primo distretto. Sono stati circondati dalle forze dell’ordine i grandi magazzini Gerngross, in pieno centro, nel quartiere Mariahilf.
Il ministro dell’Interno austriaco, Karl Nehammer ha invitato i cittadini a Vienna non uscire. Intanto la polizia di Vienna ha esortato le persone che hanno video di quanto sta accadendo a non diffonderli e non scaricarli sui social media, ma a caricare il materiale tramite un link del ministero dell’Interno.
Gli spari sono stati uditi ieri sera dopo le ore 20. Un video pubblicato online riprende il momento in cui la gente fugge in strada. La polizia a Vienna ha chiesto ai residenti di tenersi fuori da tutti gli spazi pubblici e dai trasporti. Anche la comunità ebraica ha chiesto ai suoi fedeli di tenersi al riparo.
Ai membri della comunità ebraica a Vienna è stata data indicazione di rimanere in casa e a tutti gli uomini è stato chiesto di rimuovere la kippah, il tipico copricapo, dopo l’attacco che ha preso di mira una sinagoga della città. Il presidente dell’Israelitischen Kultusgemeinde, Oskar Deutsch esclude vittime della comunità ebraica nella sparatoria.
Il presidente francese Emmanuel Macron ha espresso sostegno all’Austria per l’attacco terroristico in corso a Vienna. “Questa è la nostra Europa. I nostri nemici devono sapere con chi hanno a che fare. Non cederemo a nulla“. “Noi francesi – ha aggiunto il presidente – condividiamo lo shock e il dolore degli austriaco Dopo la Francia, è un paese amico che è sotto attacco”.
Anche il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha espresso sostegno a Vienna: “Ferma condanna dell’attentato che questa sera ha colpito la città di Vienna. Non c’è spazio per l’odio e la violenza nella nostra casa comune europea. Vicinanza al popolo austriaco, ai familiari delle vittime e ai feriti”.
“Stiamo attraversando ore difficili della nostra repubblica. Vorrei ringraziare tutti i servizi di emergenza che oggi rischiano la vita, soprattutto per la nostra sicurezza. La nostra polizia prenderà misure decise contro gli autori di questo vile attacco terroristico”: questa la prima reazione del cancelliere austriaco, Sebastian Kurz, alla crisi in corso a Vienna.
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