Il 27 maggio, giorno in cui sono stati diffusi i risultati delle elezioni europee, il Parlamento austriaco ha approvato la mozione di sfiducia contro il cancelliere Sebastian Kurz.
A votare per la caduta del governo sono stati gli esponenti del partito Jetz (Ora), i socialdemocratici e l’estrema destra dell’Fpoe, che fino alla scorsa settimana sosteneva Kurz.
La crisi politica nel paese è iniziata alcuni giorni prima delle elezioni europee, quando il vice-cancelliere Strache è stato costretto alle dimissioni a seguito della pubblicazione di un video che svelava i suoi legami con Mosca.
Strache è anche il leader del partito nazionalista e di destra populista Fpoe e la sua rimozione ha portato tutti i ministri di Fpoe a lasciare il governo.
L’allontanamento dall’Esecutivo di Strache era arrivato dopo la diffusione di un video in cui si mettevano in evidenza i legami del vice-cancelliere con Mosca: nel filmato il leader del Fpoe si diceva disposto ad accettare soldi russi in cambio di favori alla nipote di un oligarca vicino al presidente Vladimir Putin.
Nel video, girato di nascosto in una villa a Ibiza durante la campagna elettorale del 2017, Strache afferma di voler favorire le imprese russe negli appalti.
La pubblicazione del video aveva portato il presidente della Repubblica, Alexander Van der Bellen, a indire elezioni anticipate da svolgersi entro ottobre 2019.
Il capo di Stato ha condannato il video che ha portato alle dimissioni di Strache, da cui emergono i legami tra il vice cancelliere e la Russia. “L’Austria non è così”, ha dichiarato il presidente austriaco, stigmatizzando “l’intollerabile mancanza di rispetto ai cittadini”.
“È mio compito garantire stabilità al Paese e pensare solo al bene dell’Austria”, ha aggiunto Van der Bellen, augurandosi che sia fatta “piena luce” sui fatti.
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