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    Questi sono i suoni che i bambini non dovrebbero mai ascoltare in una scuola: l’audio

    Un audio fa rivivere i tragici momenti vissuti dai bambini siriani che durante un giorno normale in una scuola vengono colpiti dai bombardamenti aerei. Le urla, strazianti del loro terrore

    Di Lara Tomasetta
    Pubblicato il 21 Mar. 2018 alle 15:09 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 17:41
    “Questi sono suoni che i bambini non dovrebbero mai sentire a scuola. MAI. Rumori di morte e di guerra. Ho pensato a mio figlio. P.s.: È un audio molto forte emotivamente vi prego di ascoltarlo solo se ve la sentite”.

    Leggi anche: SPECIALE: Guerra in Siria 

    Lo scrive in un post su Facebook Andrea Iacomini, portavoce UNICEF Italia, allegando un audio nel quale si sentono le urla strazianti del loro terrore provocato dai bombardamenti mentre sono a scuola.

    Il 19 marzo, un raid aereo su Ghouta ha colpito una scuola uccidendo 15 bambini che vi avevano cercato riparo dai bombardamenti. A denunciare le nuove vittime della guerra è l’Osservatorio siriano per i diritti umani.

    Il 20 marzo, altri raid aerei russi hanno colpito un campo per sfollati interni nella città di Has, a sud ovest della località di Maarat al-Nuaman, nel sud della provincia di Idlib, uccidendo 10 civili e ferendone altri 17.

    Almeno 13 civili, compresi 11 bambini, sono rimasti uccisi oggi in Siria, nel governatorato di Idlib, nel nord ovest del paese arabo, a seguito di alcuni bombardamenti condotti su un villaggio della zona.

    I cosiddetti Caschi bianchi, gli uomini e le donne della Syrian Civil Defence, un’organizzazione nata nel 2013 per aiutare le vittime del conflitto siriano, hanno denunciato l’attacco con un post pubblicato sul proprio profilo ufficiale Twitter, attribuendo la responsabilità del raid all’aviazione russa e affermando che i bambini sono stati uccisi mentre fuggivano dalla scuola in cui stavano seguendo le lezioni.

    Leggi anche: Siria, la lettera ritrovata nelle tasche di una bambina morta nei bombardamenti del Ghouta  | “Dovrei aiutarli o continuare a fotografare?”: diario dall’inferno di Ghouta

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