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    Attentati di Pasqua in Sri Lanka, 290 vittime (30 stranieri): “Gruppo jihadista dietro attacchi”. Il 23 aprile giorno di lutto nazionale

    Uomini della sicurezza nella chiesa di San Sebastiano, una dei bersagli dei kamikaze in Sri Lanka (Credits: Jewel Samad/Afp)
    Di Carmelo Leo
    Pubblicato il 22 Apr. 2019 alle 20:38 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 16:12

    A 24 ore dall’attentato di Pasqua in Sri Lanka, che ha visto ben otto esplosioni colpire cinque chiese e alcuni hotel di lusso nella capitale del paese asiatico, Colombo, il bilancio delle vittime si aggrava ancora.

    Secondo la polizia cingalese, infatti, i morti a causa degli attacchi sono almeno 290, mentre ci sarebbero anche oltre 500 persone ferite. Tra questi non ci sarebbe nessun italiano.

    Delle 290 vittime 30 erano stranieri, provenienti da ben 11 Paesi. Otto dei morti venivano dall’India, quattro dagli Stati Uniti, tre dalla Danimarca, cioè i tre figli dell’imprenditore dell’abbigliamento Anders Holch Povlsen. Qui la lista completa.

    Intanto il presidente dello Sri Lanka, Maithripala Sirisena, ha dichiarato per domani, 23 aprile, un giorno di lutto nazionale. Lo ha fatto sapere lo stesso ufficio del presidente, aggiungendo che nello stesso giorno Sirisena incontrerà i rappresentanti diplomatici per sollecitare e organizzare gli aiuti internazionali, anche nelle indagini.

    Nella stessa nota della presidenza si parla, citando rapporti delle agenzie di intelligence, di “gruppi internazionali” che potrebbero essere coinvolti negli attentati in cui sono morte quasi 300 persone. È stata intanto rafforzata la sicurezza intorno alle chiese cattoliche dell’isola.

    Nel corso della giornata, le autorità dello Sri Lanka hanno portato avanti le indagini per scoprire se gli attentati avessero una matrice terroristica e per dare un nome agli autori del massacro. Alla fine, sono state in tutto 24 le persone sospette arrestate dalla polizia, che ha parlato di “terrorismo religioso”.

    Il governo, infatti, ha dichiarato che c’è un gruppo jihadista locale dietro gli attacchi sanguinari in Sri Lanka, il National Thowheed Jamath. L’esecutivo cingalese ha anche ammesso grosse falle nella sua intelligence. “Non crediamo – ha detto il sottosegretario al governo Rajitha Senaratne – che gli attacchi possano essere stati portati avanti solo da un gruppo di questo paese. C’è una rete internazionale senza la quale questi attacchi non sarebbero riusciti”.

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    Un altro funzionario del governo ha fatto sapere che gli attentatori kamikaze che hanno colpito al cuore lo Sri Lanka erano in tutto sette. L’esponente dell’esecutivo ha aggiunto che gran parte degli otto attentati sono stati realizzati da una persona ciascuno, mentre in almeno un attacco – quello all’hotel Shangri-La di Colombo – gli attentatori erano due.

    Sri Lanka, le prime immagini dopo le esplosioni

    Intanto, le autorità hanno annunciato un nuovo coprifuoco – dopo quello imposto dopo l’attentato, per 12 ore – dalle 20.00 locali (le 16.30 in Italia) fino alle 4.00 di martedì 22 aprile.

    Cosa è successo in Sri Lanka

    Nella mattina di domenica 21 aprile 2019, mentre nella città erano in corso le cerimonie della Pasqua, sei esplosioni hanno colpito alcuni luoghi di culto e hotel di lusso in Sri Lanka. Altre due esplosioni, qualche ora dopo, hanno interessato alcuni sobborghi a sud di Colombo.

    Le chiese bersaglio dei terroristi sono state la Sant’Antonio a Colombo; la San Sebastiano a Negombo (30 chilometri dalla capitale); un terzo luogo di culto situato a Batticaloa (250 chilometri a est della capitale). Un’esplosione si è registrata anche a Katuwapitiya e un’altra a Katana, nell’ovest dello Sri Lanka. Colpiti anche lo Shangri-La Hotel e il Kingsbury Hotel a Colombo.

    Le nove esplosioni di ieri in chiese e hotel di lusso sono le violenze più letali nello Sri Lanka dalla fine della ventennale guerra civile nel 2009.

    Attentati di Pasqua in Sri Lanka, cosa sappiamo finora

    Un portavoce dell’esercito cingalese ha affermato anche che un altro ordigno esplosivo è stato trovato e disinnescato nella tarda serata del 21 aprile su una strada di accesso all’aeroporto internazionale, nei pressi di Colombo.

    Il capitano dell’aeronautica Gihan Seneviratne ha detto che le autorità hanno trovato un tubo riempito con 50 chilogrammi di esplosivo ad Andiambalama, proprio vicino allo scalo.

    Sri Lanka, il video dell’esplosione nella chiesa di Sant’Antonio

    Attentato Sri Lanka, le vittime

    Come già anticipato, è salito ad almeno 290 morti e 500 feriti il bilancio dell’attentato di Pasqua in Sri Lanka, contro chiese e alberghi. Ancora non sono state comunicate le nazionalità di tutte le vittime, ma i singoli paesi si sono attivati per accertarsi dell’effettiva presenza di propri cittadini in Sri Lanka.

    Al momento, ciò che si sa è che sono “almeno 37” gli stranieri morti negli attacchi. Tra questi non ci sarebbe nessun cittadino italiano.

    L’India afferma che cinque suoi cittadini sono stati uccisi. Il primo ministro indiano Narendra Modi ha condannato gli attacchi esplosivi: “Non c’è posto per tale barbarie nella nostra regione. L’India è solidale con il popolo dello Sri Lanka”, ha scritto su Twitter.

    Gli Stati Uniti hanno detto che molti sono gli americani, ma non hanno dato una cifra. Il Giappone ha confermato un morto. Le autorità cingalesi affermano che tra le vittime straniere ci sono anche un portoghese, due turchi e cinque britannici.

    Secondo il Guardian, tre dei quattro figli del patron danese di Asos sono rimasti uccisi in Sri Lanka. Nei giorni prima degli attacchi, uno dei bambini del miliardario Anders Holch Povlsen aveva postato su Instagram una foto dei suoi fratelli nella piscina di un albergo.

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