Domenica 22 ottobre, una bomba ha ucciso almeno sette persone, soprattutto donne, in una zona poco al di fuori della capitale somala Mogadiscio. A riferirlo è stata l’agenzia di stampa Reuters.
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“L’area è infestata da miliziani islamisti che hanno voluto così rispondere alle proteste pubbliche per porre fine ad anni di violenza”, ha detto a Reuters una fonte dell’esercito somalo.
L’attentato ha colpito un minibus nel villaggio di Daniga, a circa 40 chilometri a nordovest di Mogadiscio.
“Abbiamo sentito una grande esplosione e siamo andati sulla scena”, ha detto il contadino locale Nur Abdullahi a Reuters. “Qui abbiamo visto i resti di un minibus e almeno sette persone morte, soprattutto donne”.
“Non abbiamo potuto identificare alcune persone, c’erano solo pezzi di carne umana dappertutto”.
La zona dell’attacco è vicina alle aree in cui sono presenti i miliziani di al-Shabaab, il gruppo ribelle legato ad al-Qaeda, intenzionato a rovesciare il debole governo somalo, sostenuto dall’Onu e a imporre a legge islamica in tutto il paese.
“Siamo spaventati”, ha aggiunto Abdullahi. “Centinaia di miliziani hanno piantato mine in tutta la zona”.
Un ufficiale dell’esercito ha detto a Reuters che il numero di morti potrebbe essere più alto. “Sappiamo che il minibus ha lasciato la città di Afgooye questa mattina e stava trasportando alcuni contadini, soprattutto donne”, ha detto il capitano dell’esercito nazionale somalo Isa Osman.
“A bordo c’erano più di 10 persone, ma non possiamo rilasciare molti dettagli perché l’area non è del tutto controllata dal governo”. Al momento non ci sono notizie di rivendicazioni ufficiali da parte del gruppo al-Shabab, anche se le fonti ufficiali non sembrano avere dubbi sui responsabili dell’attentato.
Il 14 ottobre un attentato a Mogadiscio aveva ucciso almeno 358 persone. I morti erano quasi tutti civili e al momento risultano ancora 56 persone disperse. L’attacco aveva prodotto manifestazioni in tutta la capitale per protestare contro la violenza che insanguina la Somalia ormai da anni.
A seguito di quella che è stata definita “la peggiore strage di sempre” avvenuta nel paese, il governo aveva promesso nuove offensive contro l’insurrezione islamista armata che insanguina la Somalia da anni.