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    Attentato Londra, identificata la seconda vittima dell’attacco sul London Bridge: è un’ex studentessa di Cambridge

    È stata individuata la seconda vittima dell'attentato sul London Bridge di venerdì 29 novembre: si tratta di una ex studentessa dell'Università di Cambridge. Il nome della ragazza è Saskia Jones e aveva 23 anni

    Di Lara Tomasetta
    Pubblicato il 1 Dic. 2019 alle 16:46 Aggiornato il 1 Dic. 2019 alle 18:04

    Attentato Londra, identificata seconda vittima attacco sul London Bridge

    Domenica 1 dicembre è stata individuata la seconda vittima dell’attentato a Londra sul London Bridge di venerdì 29 novembre: si tratta di una ex studentessa dell’Università di Cambridge. Il nome della ragazza è Saskia Jones e aveva 23 anni. Lo ha reso noto Scotland Yard, confermando pure l’identità già nota dell’altra vittima, i 25enne Jack Merritt.

    Il vice rettore di Cambridge Stephene J. Toope ha inoltre informato che alcuni membri dello staff dell’Università sono rimasti feriti nell’attacco.

    L’altra vittima che ha perso la vita nell’attentato a London Bridge si chiamava Jack Merritt ed era un giovane laureato dell’università di Cambridge. Secondo le prime ricostruzioni è stato ucciso dal killer Usman Khan nella sala all’imbocco del ponte in cui il raid è cominciato, durante la conferenza sulla riabilitazione dei detenuti organizzata a Londra dallo stesso ateneo di Cambridge. Il padre lo ha ricordato come “un bello spirito”.

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    Il padre via Twitter ha ricordato che Merritt era coordinatore di uno dei corsi di quel progetto di recupero dei carcerati, condotto attraverso l’istruzione e denominato Learning Together, per discutere del quale si erano radunati ieri nella Fishmongers’ Hall vari docenti, studenti, educatori ed ex detenuti tra cui lo stesso Khan.

    Ministero della giustizia britannico avvia revisione di benefici e permessi per i detenuti

    Come richiesto già venerdì 29 novembre dal primo ministro, Boris Johnson, il Ministero della Giustizia britannico ha iniziato nella notte una revisione urgente dei casi di benefici e permessi, come la semilibertà, a detenuti potenzialmente pericolosi, esaminando almeno 70 casi.

    Dopo l’attacco di Khan, condannato a 16 anni per reati legati al terrorismo e in libertà vigilata, dopo sei anni di detenzione, da dicembre 2018, contro l’esecutivo si era scagliata l’opposizione Labour, con Jeremy Corbyn che ha accusato il premier di aver stretto i cordoni della borsa con la polizia per motivi di austerità. Sabato Johnson, che si è recato sul luogo dell’attacco, ha promesso “certezza della pena” per i soggetti pericolosi.

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