Oltre cinquanta persone sono morte oggi sabato 15 ottobre 2016 in diversi episodi di violenza in Iraq: un attentato suicida in un quartiere sciita di Baghdad e due sparatorie a un check-point della polizia e contro la famiglia di un leader sunnita nel nord del paese, tutti rivendicati o attribuiti all’Isis.
Un attentatore suicida ha innescato il proprio giubbotto esplosivo nel mezzo di un raduno di musulmani sciiti nella capitale irachena, uccidendo almeno una trentina di persone e ferendone altrettante, durante la mattinata.
L’esplosione si è verificata all’interno di una tenda nella quale i fedeli stavano partecipando ai rituali della festività dell’Ashura, durante la quale gli sciiti piangono la morte del nipote del profeta Maometto, l’imam Hussein, avvenuta nel Settimo secolo.
La tenda era stata innalzata in un affollato mercato nel quartiere settentrionale di al-Shaab. L’attentato è stato rivendicato dall’Isis, come episodi simili avvenuti in precedenza sempre nel medesimo quartiere.
Le due sparatorie hanno avuto luogo a nord di Baghdad. Nella prima, presso un check-point a sud di Tikrit, hanno perso la vita otto poliziotti mentre 11 sono rimasti feriti e sono morti anche tre degli assalitori.
Nella seconda, la moglie e i figli di Numan al-Mujamaie, un leader sunnita noto per la sua avversione al sedicente Stato islamico, sono stati uccisi da alcuni uomini armati che hanno fatto irruzione nella loro abitazione di Ishaq.
Dopo essere fuggiti inseguiti dalle forze di sicurezza, i miliziani, probabilmente membri dell’Isis, si sono suicidati detonando dei giubbotti imbottiti di esplosivo.
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