Due forti esplosioni si sono verificate nella giornata di martedì 19 aprile 2016 a Kabul, capitale dell’Afghanistan, a qualche ora di distanza l’una dall’altra, causando decine di vittime e centinaia di feriti.
La prima esplosione, opera di un attentatore suicida a bordo di un veicolo, ha ucciso 64 persone e ne ha ferito oltre 300. Tra le vittime ci sono sia civili che membri delle forze di sicurezza nazionali.
L’attacco è stato rivendicato dai Taliban ed è avvenuto in un quartiere residenziale, Pul-e-Mahmud, vicino al ministero della Difesa e al palazzo presidenziale, e ha colpito un edificio dell’agenzia nazionale per la sicurezza.
Una seconda esplosione è stata avvertita nel centro di Kabul. Il portavoce del ministero dell’Interno ha riferito che per il momento non sono chiare le dinamiche dell’esplosione e che non è ancora noto se ci siano state vittime.
Fedeli alla dichiarazione di voler intensificare l’offensiva contro le forze governative durante le primavera, i Taliban hanno scelto la capitale per i primi, devastanti attacchi.
Quello di stamattina è l’attentato più grave dal 2011, quando una sessantina di persone rimasero uccise in un’esplosione all’esterno di una moschea.
Cresce in Afghanistan e tra la comunità internazionale la preoccupazione che il paese venga trascinato in una spirale di violenza sempre peggiore.