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    Sinai, gli attentatori sventolavano bandiere dell’Isis. Oltre 300 morti

    Attentato nel Sinai

    L'attentato è avvenuto presso la moschea di Al Rawdah a Bir al-Abed, a ovest della città di Arish

    Di Anna Ditta
    Pubblicato il 24 Nov. 2017 alle 13:47 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 22:01

    Almeno 305 persone, tra le quali 27 minori, sono state uccise da sospetti miliziani che hanno fatto esplodere una bomba e hanno aperto il fuoco presso una moschea nel Sinai, nel nord dell’Egitto, venerdì 24 novembre 2017. La notizia è stata riportata dall’agenzia statale Mena, che cita fonti ufficiali.

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    L’attacco è avvenuto presso la moschea di Al Rawdah a Bir al-Abed, a ovest della città di Arish, capoluogo della regione. Altre 128 persone sarebbero rimaste ferite.

    Un leader tribale e capo di una milizia beduina che combatte al fianco delle forze governative egiziane ha detto all’agenzia di stampa Afp che la moschea colpita dall’attacco è un luogo conosciuto come punto di raccolta di fedeli musulmani sufi. Questa confraternita islamica è la più “mistica” della religione musulmana ed è considerata “eretica” dai gruppi fondamentalisti.

    Gli attentatori avrebbero collocato ordigni artigianali intorno al luogo di culto, facendoli esplodere all’uscita dei fedeli, dopo la preghiera del venerdì, giorno sacro per i musulmani. Sempre gli attentatori avrebbero poi sparato sui fedeli in fuga.

    Secondo una nota diffusa dal pubblico ministero riportata da Reuters, gli uomini armati autori della strage erano circa 30 e e avevano con loro bandiere del sedicente Stato Islamico.

    Secondo quanto riportato dal canale televisivo Sky News Arabia, alcuni droni armati delle forze egiziane hanno ucciso 15 miliziani coinvolti nell’ attacco.

    Stando a quanto riportato dall’emittente araba, gli attacchi aerei sono stati effettuati in un’area desertica vicino al luogo dell’attacco, a Bir al-Abed, a ovest della città di Arish.

    Il presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi ha convocato un incontro d’emergenza poco dopo l’attacco.

    Il governo ha dichiarato tre giorni di lutto nazionale.

    Le forze di sicurezza egiziane stanno combattendo contro un’insurrezione del sedicente Stato islamico nel governatorato del Sinai del Nord, dove i miliziani hanno ucciso centinaia di membri della polizia e soldati con l’intensificarsi dei combattimenti negli ultimi tre anni.

    Il presidente del consiglio Paolo Gentiloni, tramite Twitter, ha espresso cordoglio per le famiglie colpite e all’Egitto:

    Al momento nessun gruppo ha rivendicato l’attacco.

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