Giovedì 14 dicembre un attentatore suicida si è fatto esplodere all’interno di un campo d’addestramento della polizia a Mogadiscio, capitale della Somalia, uccidendo almeno 18 agenti di polizia e ferendo altre 15 persone.
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La notizia è stata diffusa dall’agenzia di stampa Reuters, che cita alcune fonti locali.
Il maggiore Mohamed Hussein, un portavoce delle forze dell’ordine somale, ha detto che il kamikaze, che indossava un’uniforme della polizia e aveva dell’esplosivo attaccato al corpo, ha colpito durante una parata in corso nell’accademia.
Abdikadir Abdirahman, direttore del servizio di trasporto ospedaliero locale, ha detto a Reuters che le ambulanze hanno portato via dal campo 13 morti e 15 feriti.
L’attentato è stato rivendicato dal gruppo islamista al-Shabaab, affiliato ad al-Qaeda, il cui portavoce Abdiasis Abu Musab ha reso noto che “i dettagli sul numero delle vittime saranno diffusi più tardi”.
I militanti di al-Shabaab compiono frequenti attacchi a Mogadiscio e in altre città somale con l’intento di rovesciare il debole governo appoggiato dalle Nazioni Unite e dall’Unione africana e imporre la legge islamica.
Dal 2011 sono stati allontanati dalla capitale della Somalia e hanno cominciato a perdere sempre più territori grazie alle azioni congiunte delle forze di pace dell’Unione africana e di quelle di sicurezza nazionali.
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