Un attacco nel santuario sciita Sakhi, alla periferia occidentale di Kabul, ha provocato la morte di 18 persone martedì 11 ottobre, secondo quanto dichiarato dal portavoce del ministro dell’Interno afghano Sediq Sediqqi.
Altre 50 persone sono rimaste ferite. L’attacco è stato in seguito rivendicato dal sedicente Stato islamico.
L’attentatore, che indossava un’uniforme della polizia è entrato nel santuario e ha aperto il fuoco sui fedeli prima di essere ucciso dalle forze dell’ordine.
Gli sciiti si erano riuniti nel santuario Sakhi, il più grande della capitale, nell’ambito delle commemorazioni per il mese sacro di Muhharam, un periodo di lutto per ricordare la morte del nipote del profeta Maometto.
Gli sciiti costituiscono circa 15 per cento della popolazione afghana, composta da circa 30 milioni di persone. La maggior parte degli sciiti afghani sono di etnia hazara.
I fondamentalisti sunniti come i talebani e i membri del sedicente Stato islamico vedono il gruppo sciita come eretico e spesso attaccano le moschee e i luoghi di incontri pubblici dove si riuniscono gli sciiti.