L’Isis ha attaccato un impianto statale di gas nella città di Taji, in Iraq, circa venti chilometri a nord di Baghdad. Quattordici persone sono state uccise, tra operai e soldati, e venticinque sono rimaste ferite.
L’attacco suicida è iniziato all’alba di domenica 15 maggio con l’esplosione di tre autobombe davanti al cancello principale dell’impianto.
Sei uomini con addosso cinture esplosive hanno fatto irruzione nell’impianto e si sono scontrati con le forze di sicurezza.
Nell’attacco sono esplose tre taniche di gas che hanno ucciso quattordici persone tra gli operai e le forze di sicurezza.
L’Isis ha recentemente aumentato gli attacchi lontano dalla prima linea in una campagna che i funzionari iracheni considerano un tentativo di distogliere l’attenzione dalle loro recenti perdite sul campo di battaglia.
Vittime degli attacchi sono spesso gli iracheni sciiti. Mercoledì 11 maggio sono morte 93 persone in una serie di attentati in un mercato in un quartiere sciita della capitale.
Nonostante l’offensiva dell’esercito iracheno, lo Stato islamico controlla ancora aree significative nell’Iraq settentrionale e occidentale.