Almeno 27 persone sono rimaste uccise in un attacco compiuto dall’Isis contro un funerale sciita nella provincia orientale irachena di Diyala, lunedì 29 febbraio 2016. A renderlo noto fonti mediche e della sicurezza.
L’attacco è stato rivendicato dai combattenti del sedicente Stato islamico, che controllano larghe porzioni di territorio nel nord e nell’ovest dell’Iraq.
L’attacco a Muqdadiya, 80 chilometri a nordest di Baghdad, fa seguito a un attentato nella capitale stessa che domenica 28 febbraio ha causato la morte di 78 persone in un quartiere sciita. Si è trattato del più grave attentato a Baghdad dall’inizio dell’anno.
Gli agenti di sicurezza e della polizia di Diyala hanno riferito che l’obiettivo dell’attacco erano due comandanti locali del gruppo delle milizie sciite Hashid Shaabi, che stavano partecipando al funerale di un loro congiunto.
“L’attentatore suicida si è avvicinato ai comandanti locali di Hashid e si è fatto saltare in aria, uccidendo entrambi e molti altri”, ha dichiarato un ufficiale della polizia che ha chiesto di rimanere anonimo. Altre 55 persone sono invece rimaste ferite.
Funzionari governativi hanno dichiarato di aver sconfitto un anno fa i ribelli sunniti nella provincia di Diyala, a nord di Baghdad. Ciononostante, i combattenti dell’Isis sono rimasti attivi.
I funzionari della sicurezza e alcuni testimoni hanno riferito che la situazione a Muqdadiya è molto tesa, con decine di miliziani sciiti impiegati nelle strade e nessuna traccia delle forze di sicurezza.
I miliziani sono stati accusati di attaccare le moschee così come i residenti sunniti di Diyala in seguito ad attacchi simili avvenuti in gennaio, ma i gruppi hanno declinato ogni responsabilità e accusato invece il sedicente Stato islamico.