Alcuni miliziani hanno attaccato la forze dell’ordine durante il festival che celebra la fine del mese sacro di Ramadan in Bangladesh, uccidendo due agenti di polizia e una donna, e ferendo altre 14 persone, di cui sei versano in gravi condizioni, giovedì 7 luglio 2016.
I miliziani hanno colpito un posto di polizia nella città di Kishoreganj, a circa 140 chilometri dalla capitale Dacca, con piccoli ordigni esplosivi e hanno poi attaccato la polizia con armi da taglio, ha reso noto il governatore locale Mohammad Azimuddin Biswas.
Uno degli agenti è morto in seguito a un’esplosione, mentre l’altro è stato pugnalato a morte. Due aggressori sono stati uccisi, riferiscono le autorità, mentre altri tre sono stati arrestati, ma non è ancora chiaro a quale gruppo appartengano.
Circa 300mila persone si erano riunite per la preghiera che celebra l’Eid al-Fitr (la festa che segna la fine del mese sacro di Ramadan), al momento dell’attacco.
“Si è diffuso il panico”, ha riferito un poliziotto dal centro di controllo di Kishoreganj poco dopo che è cominciata l’aggressione.
Non è chiaro quanti fossero i miliziani coinvolti ma le autorità hanno riferito che si trattata di giovani probabilmente intorno ai vent’anni.
La situazione è ora sotto controllo. “Stiamo ancora verificando se ci sono altre persone coinvolte, ma dopo l’incidente le preghiere si sono svolte pacificamente e poi abbiamo chiesto a tutti di rientrare alle proprie case”, ha dichiarato il presidente del consiglio locale Zillur Rahman.
Un leader religioso che avrebbe dovuto presenziare alla preghiera, Maulana Farid-uddin Masud, aveva di recente denunciato la militanza estremista e raccolto delle firme per denunciarla come anti-islamica.
Masud ha dichiarato che probabilmente l’obiettivo dell’attacco era proprio lui dato che aveva già ricevuto delle minacce. “La loro strategia è quella di creare panico”, ha aggiunto.
Venerdì scorso cinque giovani miliziani hanno attaccato un ristorante di Dacca uccidendo 20 persone, tra cui nove italiani, e l’attacco è stato rivendicato dall’Isis.
Nel corso dell’ultimo anno, sia al-Qaeda che l’Isis hanno rivendicato diversi attacchi e omicidi di figure liberali, minoranze religiose e attivisti.
Il governo minimizza il coinvolgimento di gruppi radicali esterni e sostiene che l’ondata di violenza sia una questione interna.
Tuttavia, l’Isis ha dichiarato che gli attacchi sono destinati a moltiplicarsi in tutto il mondo finché non sarà stabilita la legge islamica.
Il primo ministro bangladese Sheikh Hasina ha dichiarato: “Non permetteremo alcun tipo di attività terroristica sul nostro suolo. Sono i nemici dell’Islam a commettere questi crimini”.
Inoltre, il paese che dipende fortemente dall’industria tessile è preoccupato dell’immagine negativa che quest’ondata di attacchi e di instabilità diffonde, preoccupando gli investitori.
Leggi l'articolo originale su TPI.it