Una dimostrante è morta e almeno trenta persone sono rimaste ferite a Charlottesville, in Virginia, sulla costa est degli Stati Uniti, dopo che un’auto guidata da un suprematista bianco ha investito un corteo antirazzista in città.
La vittima si chiama Heather Heyer, aveva 32 anni ed era un’assistente legale di Green County, in Virginia e stava marciando contro la presenza dei razzisti a Charlottesville. “Se non sei arrabbiato, non stai prestando attenzione”, aveva scritto su Facebook in relazione alla manifestazione razzista in corso in città.
L’uomo alla guida dell’auto è stato invece arrestato e identificato dopo che ha tentato la fuga a bordo dello stesso veicolo. Si tratta di James Alex Fields Jr, un ventunenne suprematista bianco, residente a Maumee, in Ohio, negli Stati Uniti centrali.
La vicenda fa seguito agli scontri avvenuti nella notte tra i manifestanti del corteo e alcuni gruppi neonazisti che avevano sfilato il giorno prima per le strade di Charlottesville per protestare contro la rimozione di una statua del generale confederato Robert Edward Lee da un parco pubblico.
La decisione di rimuovere il monumento in memoria del comandante militare della confederazione schiavista durante la guerra civile americana aveva scatenato le ire dei gruppi razzisti e nazisti in tutti gli Stati Uniti.
I manifestanti avevano marciato con alcune torce in mano urlando cori tra cui “white lives matter” (“la vita dei bianchi conta”), in contrapposizione al movimento antirazzista “black lives matter”(“la vita dei neri conta”) e “gli ebrei non ci rimpiazzeranno”.
“Sono morte delle persone, chiedo a tutti di andare a casa”, ha detto Michael Signer, sindaco di Charlottesville, che aveva già condannato la sfilata razzista in città e che, insieme al consiglio comunale locale, ha proclamato il coprifuoco.
Terry McAuliffe, governatore dello stato della Virginia, ha poi proclamato lo stato di emergenza in città, allertando la guardia nazionale e invitando i suprematisti ad andarsene. “Nazisti e suprematisti bianchi non sono i benvenuti in Virginia, andatevene, non c’è posto per voi qui”.
Oltre l’attacco di Field al corteo, si è anche verificato un incidente collegato alle proteste. Un elicottero della polizia infatti, che stava pattugliando la zona, è precipitato e i due agenti a bordo sono morti sul colpo.
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha condannato l’accaduto, con una dichiarazione pubblicata su Twitter.
We ALL must be united & condemn all that hate stands for. There is no place for this kind of violence in America. Lets come together as one!
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) August 12, 2017
“Non c’è posto per questo tipo di violenza in America”, ha scritto Trump. “Dobbiamo essere tutti uniti e condannare l’odio”, invitando poi la nazione a unirsi.
Trump on #Charlottesville: “We condemn in the strongest possible terms this egregious display of hatred, bigotry and violence on many sides” pic.twitter.com/qdvhcnCTpD
— NBC News (@NBCNews) 12 agosto 2017
In una dichiarazione andata in onda sull’emittente televisiva statunitense NBC, il presidente ha poi ribadito la sua condanna dei fatti di Charlottesville, attirandosi però le critiche dei democratici perché ha evitato di nominare i neonazisti e i suprematisti bianchi.
“Condanniamo nel modo più forte possibile questa deprecabile manifestazione di odio, intolleranza e violenza, da qualunque parte provenga”, ha infatti detto Trump.
No, Mr. President. This is a provocative effort by Neo-Nazis to foment racism and hatred and create violence. Call it out for what it is. https://t.co/WibPqkLsLa
— Bernie Sanders (@SenSanders) August 12, 2017
Il senatore democratico Bernie Sanders, nonché candidato alle primarie del partito contro Hillary Clinton, ha così invitato il presidente a non nascondere i veri autori dell’attacco.
“Questo è un tentativo provocatorio dei neonazisti di fomentare il razzismo e l’odio e di creare violenza”, scritto Sanders su Twitter. “Lo definisca per quello che è”, ha poi aggiunto, rivolgendosi al presidente Trump.
https://www.tpi.it/esteri/video-razzismo-discriminazione-neri-stati-uniti/#
Anche Barack Obama, ex presidente degli Stati Uniti, ha condannato l’accaduto attraverso il proprio profilo Twitter con tre diversi post nei quali ha preso in prestito le parole di Nelson Mandela. “Nessuno è nato odiando un’altra persona per il colore della sua pelle o per la religione”, si legge.
“No one is born hating another person because of the color of his skin or his background or his religion…” pic.twitter.com/InZ58zkoAm
— Barack Obama (@BarackObama) 13 agosto 2017