Assistente sociale convince sedicenne a vivere con lo zio, lui la uccide
Zio uccide la nipote sedicenne, la quale, poche ore prima, era stata convinta da una assistente sociale a continuare a vivere con il parente. La verità è emersa nel corso del processo che si è concluso nella giornata di martedì 8 dicembre con la condanna di Shane Mays per omicidio. Secondo quanto ricostruito, la sedicenne Louise Smith, che viveva con lo zio poiché i suoi genitori erano stati costretti a trasferirsi fuori dal Regno Unito per motivi di lavoro, aveva intenzione di abbandonare l’appartamento perché infastidita dai comportamenti del parente. L’adolescente, infatti, aveva rivelato ad alcuni amici che lo zio nutriva un interesse sessuale nei suoi confronti e che aveva tentato in più di un’occasione un approccio, motivo per cui lei voleva andarsene.
A convincerla a restare, però, sarebbe stata una assistente sociale con la quale Louise avrebbe avuto un colloquio appena 24 ore prima di essere assassinata. Secondo quanto ricostruito nel processo, infatti, il giorno dopo il faccia a faccia con l’assistente sociale, la ragazza sarebbe stata attirata in un bosco dallo zio, che qui l’avrebbe dapprima picchiata, poi violentata e infine uccisa. L’uomo ha ammesso di aver picchiato la ragazza in seguito a una discussione, ma ha negato di aver abusato sessualmente di lei e dichiarato di non avere nessuna intenzione di ucciderla. Una tesi alla quale non ha creduto la giuria che lo ha condannato.
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