Mentre decine di migliaia di persone protestavano a Maidan Nezalezhnosti, la piazza Indipendenza nel cuore di Kiev, domenica 29 dicembre 5mila dimostranti si sono recati fino a Mezhighiria, a 20 chilometri dalla capitale ucraina, per manifestare davanti alla sontuosa villa del presidente Viktor Yanukovich: una residenza di cui il capo di Stato è accusato di essersi appropriato illegalmente, e che è ormai diventata un simbolo della corruzione del governo ucraino.
Nel primo pomeriggio della sesta domenica di manifestazioni di massa contro la decisione del governo di congelare un accordo di associazione con l’Ue per riavvicinarsi a Mosca, un corteo di auto (più di mille secondo alcuni media) è partito alla volta di Mezhighiria. A sbarrargli la strada a qualche kilometro dalla villa, un muro di pullman e camionette, e dietro centinaia di poliziotti con caschi, scudi e manganelli.
La manifestazione intendeva anche essere un omaggio a Tetiana Chornovol: la giornalista e fervente attivista politica, picchiata brutalmente nella notte tra il 24 e il 25 dicembre, era infatti diventata famosa già l’anno scorso per essersi intrufolata nella villa di Yanukovich, denunciandone lo sfarzo probabilmente ottenuto in maniera indebita.
La misteriosa villa presidenziale si trova lungo le rive del Dnipro, ha colonne di marmo, un enorme parco di 140 ettari, un campo da golf, un eliporto e un allevamento di struzzi. E’ immersa nel verde del parco di Mezhighiria, dove un tempo sorgeva anche una residenza per i leader del partito comunista .
Stando ai suoi detrattori, Yanukovich avrebbe privatizzato una casa all’interno del parco in un lotto di terreno di meno di due ettari e poi, attraverso una serie di atti governativi, avrebbe concesso in affitto l’intero parco a due aziende, che hanno demolito gli edifici sovietici per costruirne di nuovi e mettere su moderni impianti sportivi. Dietro queste due aziende però ci sarebbe proprio Yanukovich, ed ecco perché adesso l’intero parco è di fatto divenuto proprietà del presidente.
I dimostranti – alcuni arrivati persino a piedi o in bici – hanno manifestato pacificamente, sventolando bandiere ucraine ed europee; i vessilli dei partiti dell’opposizione questa volta erano pochi. Qualcuno mostrava foto del volto gonfio e tumefatto di Chornovol, mentre la folla urla slogan come “Abbasso la banda!” e “Fuori i banditi!”. Alcuni hanno suonato un enorme tamburo nella speranza di essere sentiti dal capo di Stato. Olga, una ragazza di 22 anni, brandiva un piccolo cartello su cui era scritto “Caro Babbo Natale, l’Ucraina vuole un nuovo presidente”. “Studio architettura in Austria – ha spiegato – e so cosa vuol dire vivere nell’Unione europea, cosa vuol dire avere leggi che devono essere rispettate da tutti e che non vengono piegate alla volontà di chi è al governo”. Ma di Yulia Tymoshenko, la leader dell’opposizione condannata a sette anni di reclusione in un processo che Ue e Usa ritengono di matrice politica, Olga non ha una grande opinione: “Ha rubato, come tutti – ha detto -, era un’oligarca, non è pulita per niente, c’è bisogno di facce nuove”. Anche Igor, 33 anni, spera che avvicinandosi all’Ue “l’Ucraina possa diventare un paese europeo” e smetta di essere “un paese corrotto con un presidente corrotto e che è persino stato in carcere”.
“Tymoshenko? Adesso sarebbe presidente se non avesse mentito al popolo. Dopo la Rivoluzione arancione ci si aspettava di entrare in Europa, e invece Yushenko (presidente dal 2005 al 2010, ndr) e Tymoshenko sono stati solo capaci di litigare. La foto di Tymoshenko sull’albero di Natale a Maidan l’hanno messa i militanti del suo partito, e qualcuno vorrebbe anche toglierla”. Anche Alyona, 42 anni, spera che un accordo con l’Ue “tolga il potere ai ladri”, ma a lei la Giovanna d’Arco d’Ucraina piace: “Se Tymoshenko non fosse in carcere – ha detto – a quest’ora la rivoluzione sarebbe già finita, e l’avremmo vinta”.
Il campione del mondo di boxe e leader del partito d’opposizione ‘Udar’, Vitali Klitschko, è salito sul tetto di un minibus per arringare la folla: “Il governo non deve pensare di potersi nascondere dietro le transenne e non ascoltare il proprio popolo”. Arseni Iatseniuk, il capogruppo del partito di Tymoshenko ‘Patria’ è tornato invece a chiedere le dimissioni del governo. Eppure, proprio Iatseniuk non sembra credere molto nelle elezioni anticipate che l’opposizione chiede da fine novembre. Alle proteste ‘europeiste’ continuano a partecipare migliaia e migliaia di persone, ma non si tratta più della marea umana di qualche domenica fa. Forse consapevole di non poter rovesciare il potere, Iatseniuk si rivolge alla folla parlando delle presidenziali del 2015: “Ci stiamo preparando a vincere – ha dichiarato – stiamo costruendo una squadra che sarà in grado di trasformare l’Ucraina in un paese europeo”.